10 milioni di euro per Lamberto Sposini
Tutti ricorderanno il triste episodio dell’allora presentatore e giornalista Rai, Lamberto Sposini, colpito da ictus proprio poco prima che andasse in onda la trasmissione da lui condotta, “La vita in diretta”. Era il 29 aprile del 2011 e tutti i telespettatori seguirono con molta apprensione tutta la degenza del giornalista sperando nella ripresa. La ripresa arrivò e con essa anche la causa legale con Viale Mazzini avviata dal presentatore che tramite i suoi legali, accusa l’azienda pubblica televisiva di ‘ritardi nei soccorsi’. Il giorno del malore Lamberto Sposini era negli studi Rai, pronto a condurre una nuova puntata de La Vita in Diretta con Mara Venier quando fu colto da un’emorragia cerebrale: inizialmente si pensò ad un malore passeggero e l’ambulanza fu chiamata troppo tardi.
Questa la tesi della famiglia del giornalista, che si è vista respingere la richiesta di risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali conseguenti all’evento invalidante avanzata al Tribunale del lavoro di Roma. La decisione, che proviene dal Tribunale del lavoro di Roma, leva da ogni tipo di colpa non solo l’azienda televisiva, ma anche i medici. “Sia che si trattasse di infarto sia che si trattasse di ictus ischemico o emorragico – scrive il giudice nelle motivazioni di primo grado – certamente presso uno studio televisivo non potevano essere presenti le sofisticate attrezzature necessarie a stabilizzare il paziente e ciò è tanto più vero ove si consideri che lo stesso ospedale Santo Spirito non era attrezzato per quel tipo di intervento, al punto che il ricorrente, una volta effettuata una tac diagnostica, è stato trasferito presso altro nosocomio”. Ma Sposini non vuole arrendersi e ricorre in appello per ottenere un risarcimento di 10 milioni di euro dalla Rai, che avrebbe tardato i soccorsi. I suoi legali hanno infatti impugnato la sentenza del tribunale di Roma che il 26 febbraio scorso e la causa sarà discussa dalla sezione Lavoro e previdenza della Corte d’appello capitolina il 5 luglio del 2016. Sposini, in particolare, contestava alla Rai di non avere adottato una procedura o comunque ogni misura idonea a gestire l’urgenza, mentre i medici dipendenti dell’azienda radiotelevisiva non avevano valutato adeguatamente la situazione.
Sposini, dopo un primo ricovero al Santo Spirito, venne poi trasportato all’ospedale Gemelli, dove fu operato a 4 ore di distanza dall’emorragia cerebrale: da allora ha iniziato un faticoso percorso di riabilitazione.