La solitudine italiana. Il ruolo dell’Unione europea
Arrivano a centinaia, talvolta a migliaia, ogni settimana. Due battelli ( Battelli ! ) con a bordo settecento disperati sono arrivati giovedì primo maggio. Circa 400 , il venerdì mattina seguente al porto di Trapani. Dieci giorni prima, un migliaio di migranti erano, a loro turno, sbarcati al porto d’Augusta. E un altro migliaio, la settimana precedente. Lampedusa, la gemma del mare, a metà cammino dalle coste italiane e tunisine, divenuta un simbolo dell’immigrazione dei disperati magrebini o siriani, del Ciad o del Corno d’Africa, non è più, da mesi, il porto d’approdo preferito verso il sole della penisola.
Oramai i migranti, derelitti della diaspora del secolo ventunesimo, sono soccorsi direttamente in mare per essere imbarcati su dei bastimenti italiani che li accompagnano, sani e salvi, verso l’agognata meta italica. Ciò è avvenuto al seguito del naufragio di una carcassa del mare nell’autunno del 2013 che causò la morte di 400 profughi. Il governo, allora presieduto da Enrico Letta, decise una nuova politica in materia d’immigrazione battezzata “ Mare Nostrum”, riferimento storico al nome donato al mediterraneo dai romani dell’antichità. Nello spirito del rafforzamento dei mezzi e delle risorse affidate a Frontex, l’agenzia europea di sorveglianza delle comuni frontiere e di una più grande cooperazione tra gli stati, l’Italia si riprometteva di umanizzare l’accoglienza riservata ai migranti. Quattro navigli della marina militare (due per il pattugliamento e due fregate) dotati di elicotteri percorrono da allora in lungo e in largo il canale di Sicilia. Un quinto bastimento, oltre i 250 metri di lunghezza, e 250 membri di equipaggio, munito di un servizio medico d’urgenza, completa il dispositivo umanitario in mare. Mare Nostrum prevede, inoltre, l’utilizzazione di elicotteri dell’ultima generazione muniti di strumenti ottici infrarossi, aerei di vigilanza notturna permanente, oltre ai drone con pilota automatico. Infine, il numero dei marinai partecipanti all’insieme dei pattugliamenti, è considerevolmente aumentato.
Nello stesso periodo il parlamento repubblicano, su proposta del governo, ha soppresso dalla sua legislazione il delitto d’immigrazione clandestina a suo tempo introdotto dal governo Berlusconi nel 2009. Prevedeva pene detentive e dure penali per i clandestini. Risultato del cambiamento introdotto dal governo Letta: il mediterraneo è divenuto più sicuro. Con un effetto tuttavia impressionante per il numero di rifugiati: Dall’inizio dell’anno sono arrivati via mare in Italia ventiduemila migranti, dieci volte più che in tutto il periodo del 2013. Mare Nostrum ha indotto la destra italiana, xenofoba, razzista, anti europea e fascistoide, a qualificare l’operazione umanitaria come un atto mascherato di incoraggiamento e aiuto ai rifugiati. Un taxi per l’Italia, fu il titolo a caratteri cubitali del quotidiano milanese “Libero”, finanziato dalla famiglia Berlusconi. Oggi, e purtroppo, l’iniziativa umanitaria è il bersaglio preferito dei partiti che hanno messo l’immigrazione, oltre alla campagna anti Euro, al centro dello scontro elettorale per le elezioni europee. Previsto a bilancio attorno ad un milione e mezzo al mese, il dispositivo Mare Nostrum messo in atto dal governo, sarebbe già costato oltre i sessanta milioni di euro.
Una manna, per il partito secessionista della Lega Nord. Che ha quindi buon gioco a criticare lo scacco della lotta contro l’immigrazione e la presunta dabbenaggine dello stato centrale. A fianco dei post- fascisti “Fratelli d’Italia, la Lega Nord è il solo partito a fare, apparentemente e scelleratamente, campagna su questo tema. Purtroppo, troppi soffiano sul fuoco. Maurizio Gasparri, per esempio, già fascista, attualmente componente dell’ala più oltranzista di “ Forza Italia, ha definito l’operazione “Mare Nostrum” demenziale e da sospendere al più presto.” Da parte sua, il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ancora non ha abbordato frontalmente il problema. Il centro sinistra e la chiesa cattolica sostengono apertamente il progetto. Un caso a parte riguarda il movimento 5stelle e il suo guru Beppe Grillo apertamente contro la soppressione del delitto di immigrazione clandestina, pronunciamento che ha sollevato l’indignazione della base. Il problema è, purtroppo, di drammatica complessità. L’Unione europea si è dotata di tanti strumenti senza pervenire alla regolarizzazione dei flussi migratori.
Gli approcci divergenti tra i diversi paesi dell’Unione impediscono la definizione di una politica strutturale comune. Nell’opinione pubblica cresce quindi il sentimento di una mancanza di controllo dei flussi migratori. I capi di stato più illuminati dell’Unione europea vorrebbero estendere il ruolo dell’agenzia Frontex a tutto il mediterraneo e all’est europeo senza prevedere, tuttavia, un aumento del bilancio attuale fissato a 80 milioni di euro. Politiche, a me sembra, insufficienti e miopi. L’aspirina per il cancro. A elezioni europee concluse occorrerà riprendere il tema. Partendo dai dati di fatto. Dall’abbattimento delle vecchie frontiere nazionali è sorta la nuova frontiera europea. Impone obblighi, investimenti, cultura dell’unità e dell’accoglienza. Capacità di parlare a una sola voce alle nazioni dell’est e al di là del mediterraneo. È l’unica opportunità per limitare l’afflusso di masse disperate verso l’agognato paradiso europeo. Può favorire il perseguimento di rapporti fondati sulla pari dignità come premessa di sviluppo e progresso per quei popoli.