Nessun effetto speciale e nessuna realizzazione digitale: la storia della bellissima amicizia tra la bambina e il felino è tutta vera!
Amicizia e rispetto per la natura: questi sono i concetti principali di Mia e il leone bianco, una bellissima storia diretta da Gilles de Maistre. Il film appena uscito nelle sale della Svizzera italiana e atteso per la fine del mese anche nella Svizzera tedesca, si offre per la storia come un bel film per ragazzi. Il lungometraggio narra il particolare legame che si instaura tra Mia, una bambina inglese appena trasferita nel Sud Africa con la famiglia, e il cucciolo di leone bianco che i genitori, allevatori di felini, le regalano. Dopo l’iniziale astio tra la bambina e il cucciolo, i due diventeranno inseparabili fino a crescere assieme. È a questo punto che la loro amicizia subisce un duro colpo. Il leone bianco, Charlie, è ormai diventato troppo grande e non può certamente continuare a vivere come un animale domestico. I genitori di Mia, però, lo vendono ad un gruppo di bracconieri senza scrupoli. Ma Mia non si arrende e decide di sfidare tutti pur di salvare il suo amico e portarlo alla riserva naturale di Timbavati dove potrà garantirgli la totale protezione. Il film vanta delle riprese uniche ed un paesaggio naturale meraviglioso, ma quello che soprattutto stupisce è che non è stato usato alcun artificio per la creazione del grosso felino: nessun effetto digitale, nessun modello 3D fotorealistico animato, Charlie è un leone in carne ed ossa. De Maistre, che alle spalle ha un passato da documentarista, ha voluto riportare sulla scena non la riproduzione di una storia, ma il reale rapporto tra un cucciolo di leone e la giovane Daniah De Villiers inserendolo nella trama del film. Thor, è questo il vero leone bianco, è stato monitorato sin dalla nascita dall’esperto zoologo Kevin Richardson. Daniah e Thor sono cresciuti in parallelo, come i loro Mia e Charlie, ed è questa la cosa che rende eccezionale il film perché restituisce un’interazione reale tra uomo e animale selvaggio in un contesto di fiction. È per questo motivo che Mia e il leone bianco ha alle spalle una lavorazione di 3 anni, nei quali non solo la bambina protagonista è cresciuta, ma è cresciuto anche il leone in questione, i due sono stati insieme e hanno sviluppato un legame. È proprio questo progetto realizzato con scene dal vivo e senza effetti speciali che colma le lacune di una storia altrimenti quasi monotona, a sfondo ecologista e con la morale contro quella pratica vergognosa della caccia. Il film è stato girato in Sud Africa presso la “Welgedacht Reserve“, a 40 chilometri da Pretoria. Per la realizzazione di Mia e il leone bianco è stato utilizzato un branco di 6 leoni che è cresciuto insieme durante la produzione del film, tra cui Thor – che impersona il protagonista Charlie – un altro leone maschio e 4 leonesse che dopo le riprese sono rimasti insieme e vivono oggi nella riserva di Kevin Richardson grazie a un fondo creato dal team di produzione a dimostrazione che il rispetto per gli animali non è solo a favore delle telecamere. Per tutta la produzione del film, il noto zoologo Kevin Richardson, esperto di leoni, ha supervisionato l’intero set e tutte le interazioni tra i leoni e i bambini, assicurandosi che entrambe le parti fossero trattate con rispetto e in totale sicurezza. Già in proiezione nelle sale della Svizzera francese, l’appuntamento con Mia e il suo leone bianco si rinnova il 17 gennaio in Italia e in Ticino e, a partire dal 31 gennaio, anche nelle sale dei cinema della Svizzera tedesca.
foto: Ansa