“I microrganismi fossili su Marte ci sono; da geologo mi sarei stupito se non li avessero visti”.
Commenta così la notizia Vincenzo Rizzo, del dipartimento di Scienze della Terra dell’università di Firenze e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), che ha descritto recentemente formazioni fossili marziane sull’International Journal of Astrobiology mentre un suo nuovo studio è in via di pubblicazione su un’altra rivista scientifica internazionale.
Le ricerche di Rizzo, condotte in collaborazione con Nicola Cantasano, dell’Istituto per i Sistemi Agricoli e Forestali del Mediterraneo (Isafom) del Cnr, si basano sull’analisi delle immagini raccolte e trasmesse a Terra dalla sonda della Nasa Opportunity: le sferette, soprannominate “mirtilli”, sono state individuate da tempo nella zona del pianeta chiamata Meridiani Planum, la grande pianura a Sud dell’equatore marziano.
Le sferule, secondo i due ricercatori italiani, “potrebbero essere strutture organosedimentarie, probabilmente prodotte da microrganismi”. La loro origine potrebbe trovare una spiegazione simile a quella delle strutture chiamate stromatoliti, presenti sulla Terra e formate da sottilissime lamine nelle quali sono intrappolati microrganismi antichissimi, sia animali (colonie di batteri) che vegetali (microscopiche alghe).
Tuttavia, rivela il geologo Vincenzo Rizzo, “è molto difficile fare qualsiasi parallelo tra i microfossili marziani e qualsiasi forma di vita microscopica presente sul nostro pianeta”.
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