Dal 17 luglio anche nella Svizzera tedesca sarà visibile il film che ha proclamato Valeria Golino alla regia
Ha scelto certamente un tema difficile, particolare e non poco controverso per il suo esordio come regista Valeria Golino attingendo dalle pagine del romanzo di Mauro Covacich A nome mio, “Sono rimasta folgorata dal libro che affronta un argomento provocatorio e doloroso, e si basa su un personaggio femminile inedito” spiega la neo regista.La vicenda, infatti, ruota attorno ad un argomento molto delicato, l’eutanasia, il dolore, la scelta sofferta e la morte. Sceneggiato dalla regista assieme a Francesca Marciano e Velia Santella e prodotta dalla sua stessa casa di produzione, la Buena Onda, fondata con Riccardo Scamarcio e Viola Prestieri. Così a soli 46 anni l’attrice Valeria Golino entra di diritto nell’olimpo dei registi con questo film “Dopo il corto, era un’esigenza realizzare un film da regista”, dice la Golino che non ha paura di certo del tema difficile scelto per il suo primo film “Non temo reazioni politiche o della stampa sull’eutanasia, temo anzi che non ce ne siano. Ben venga se Miele servisse a parlarne”. Miele, nome in codice di Irene, è la bellissima protagonista trentenne che ha scelto n lavoro molto particolare, ogni qual volta viene richiesto il suo intervento, Miele prende l’aereo da Roma a Los Angeles, varca il confine con il Messico, entra in una farmacia ogni volta diversa e compra due confezioni di Lamputal, un veleno per uso veterinario. Perché lei aiuta i malati terminali a uccidersi e li assiste accompagnandoli fino agli ultimi momenti della loro vita. Il film però non si concentra sul fatto se sia giusto o meno svolgere questo servizio, non apre alcun dibattito all’uso lecito o illecito dell’eutanasia, il film, invece, pone l’accento all’importanza di farsi domande. Miele svolge il suo compito senza mai farsi domande su ciò che sta facendo, ma ad un certo punto, un cliente particolare, la pone davanti a delle domande che sono inevitabili, “nessuno di quelli che ho visto in questi tre anni voleva morire, vogliono tutti vivere…solo che non ce la fanno”, dice Miele al suo nuovo amico ingegnere. Protagonista della vicenda, dunque, è Irene o Miele per tutti i suoi assistiti, una trentenne affascinante interpretata da Jasmine Trinca che si è affidata completamente alle direttive della regista “C’è stato un affidamento totale in Valeria Golino, nel suo sguardo, e sentivo la sostanza della sua idea. Sapevo che sarebbe stato difficile rappresentare una storia di dolore come questa ma avevo totale fiducia in lei che infatti ha scelto il pudore e mi ha proibito sceneggiate di qualsiasi tipo” racconta l’attrice. Nella prima parte del film vediamo questa donna comune, a volte quasi trasparente, che invece nasconde dietro quella facciata così innocua, una terribile verità: Miele è portatrice di morte, se pur dolce. È una sorta di macchina da guerra che svolge il suo compito mantenendo sempre un certo distacco da ciò che sta compiendo, ma tutto si stravolge quando incontra un personaggio particolare, “Ma a un certo punto è costretta a fermarsi, e non perché è stanca bensì perché incontra qualcuno: l’ingegner Grimaldi. Un uomo, una variabile impazzita che la mette in crisi e che rende la sua professione insostenibile”. Insieme alla protagonista femminile troviamo infatti anche il personaggio maschile l’ingegner Grimaldi, un uomo che ha scelto di morire non perché malato terminale ma solamente perché non vuol più vivere, un personaggio di grande importanza per lo svolgimento della vicenda interpretato da Carlo Cecchi, un attore assolutamente voluto da dalla regista per questo ruolo: “lui era già nel mio immaginario mentre stavo ancora scrivendo la sceneggiatura: a un certo punto, per paura della sua reticenza, ho provato a pensare ad altri, ma non ce l’ho fatta. Carlo in questo ruolo era quasi inevitabile: lui è ironico, spudorato, leggero, totalmente lontano dall’idea di anziano-nonno-maestro a cui siamo abituati”. Miele sarà visibile finalmente anche nella Svizzera tedesca a partire dal prossimo 17 luglio.