Ue cerca soluzione strutturale al problema del ricollocamento
Il vertice europeo convocato a Bruxelles per risolvere in modo strutturale il problema del ricollocamento dei migranti si è chiuso
senza alcun accordo, dopo che il governo italiano ha minacciato di non pagare i contributi europei senza una soluzione al caso della “Diciotti”.
Di fatto, come riporta il quotidiano spagnolo El Pais, gli “sherpa” europei si sono concentrati su delle misure di carattere strutturali, lasciando in secondo piano il caso concreto del pattugliatore italiano, come era stato tra l’altro era stato annunciato.
Secondo fonti diplomatiche spagnole il fatto che il vertice abbia comunque avuto luogo costituisce un passo in avanti, dal momento che potrebbe dare origine comunque ad un progetto di ridistribuzione che potrebbe vedere la luce nelle prossime settimane, in vista del vertice di Salisburgo in programma il prossimo 20 settembre. L’obiettivo dell’Ue è di fissare un meccanismo di distribuzione e finanziamento che permetta di gestire ogni singolo sbarco in modo ordinato e prevedibile: i Paesi che accolgono un maggior numero di migranti riceverebbero fondi, mentre gli altri contribuirebbero finanziariamente, secondo le fonti che sottolineano come si tratti di “una questione di efficienza, non solo di solidarietà”.
Fonti dell’Ue, inoltre, confermano che non è possibile cercare di gestire la crisi affrontando separatamente i singoli sbarchi; dal caso dell’Aquarius in poi vi sono stati sei ricollocamenti, il che dimostra secondo le fonti come “il problema sia gestibile se vi sono volontà e disponibilità alla cooperazione”.
Afp
foto: Ansa