La navetta spaziale ‘Messenger’ della Nasa si è schiantata sulla superficie di Mercurio mettendo fine alla sua missione di quattro anni sul pianeta
Dopo più di dieci anni nello spazio, Messenger aveva finito il carburante e al momento dell’impatto viaggiava a una velocità di 3,9 chilometri per secondo in un area ricca di lava e di crateri. Messenger è stato il primo velivolo a orbitare intorno al pianeta più vicino al Sole, inviando sulla Terra centinaia di migliaia di immagini di Mercurio dove le temperature oscillano tra i 4278 gradi nel corso del giorno e i -180 gradi della notte.
La navicella era stata lanciata nel 2004 e aveva viaggiato per sette anni per raggiungere l’orbita del pianeta. Ha inviato un grande numero di dati agli scienziati che hanno definito la missione un successo. Inoltre ha scoperto che nella regione polare di Mercurio c’è una grande quantità di acqua ghiacciata ricoperta da una misterioso strato oscuro che potrebbe essere materiale organico. “L’impresa della sonda è finita, ma celebriamo ‘Messenger’ per il grande successo della missione – ha dichiarato John Grunsfeld, manager della Nasa e ha continuato – è l’inizio di una missione più duratura, ovvero quella di analizzare i dati che sveleranno tutti i segreti scientifici di Mercurio”. Messenger ha scattato più di 250’000 fotografie molto interessanti. Si sa che su Mercurio di notte ci sono temperature di quasi -200 gradi, mentre di giorno le temperature salgono a oltre 400 gradi.
Wired.it ha fatto un riassunto delle prime scoperte più importanti di Messenger: tra le formazioni più caratteristiche della superficie di Mercurio ci sono gli hollows (avvallamenti, incavi), depressioni irregolari, poco profonde. Sono, spiegano gli esperti, tra le formazioni più giovani e brillanti della sua superficie. Come si formino non è ben chiaro, ma un’ipotesi potrebbe essere quella della perdita (come sublimazione) di materiale dalla superficie per la creazione di queste depressioni. Tra le principali scoperte di Messenger, un posto di rilievo deve avere quello della presenza di una notevole quantità di elementi volatili che evaporano a temperature moderatamente elevate. In modo particolare alte concentrazioni di potassio sono state rivelate nelle zone settentrionali grazie al Gamma-Ray Spectrometer della sonda. Altri elementi volatili scoperti dalla sonda sono stati lo zolfo, il sodio e il cloro. L’abbondanza di zolfo insieme alle piccole quantità di ferro rivelate suggerisce che il pianeta si sia formato da materiali meno ricchi di ossigeno di quelli che hanno dato vita ad altri pianeti rocciosi, spiegano gli esperti.
Mercurio possiede un campo magnetico circa 100 volte più debole di quello terrestre. Il campo magnetico misurato da Messenger è alquanto anomalo, con una spiccata asimmetria che lo renderebbe più forte nelle zone settentrionali. Il Magnetometer a bordo della sonda ha rivelato che il campo magnetico è deviato rispetto all’asse di rotazione del pianeta, di circa un 20% la lunghezza del raggio. Inoltre la magnetosfera del pianeta è altamente dinamica, a causa, spiegano gli esperti, del piccolo campo magnetico e della vicinanza al Sole. Una delle caratteristiche quasi permanenti di questa magnetosfera sono gli elettroni energetici. Il vulcanismo ha contribuito notevolmente a modellare la superficie del più interno dei pianeti solari, con flussi di lava che hanno prodotto vallate attraverso fenomeni di erosione meccanica e termica. “Per la prima volta nella storia abbiamo un sapere reale su Mercurio, che dimostra che è un pezzo affascinante del nostro sistema solare”, ha dichiarato Grunsfeld.
[email protected] / Askanews