Il Consiglio federale invita la popolazione a respingere l’iniziativa popolare “Moneta intera”, in votazione il 10 giugno, che vuole cambiare l’intero sistema monetario svizzero
Il sistema monetario deve essere radicalmente riformato. In futuro il denaro, sia in contante sia elettronico, dovrà essere emesso solo dalla Banca nazionale svizzera (BNS). Questo nuovo ordinamento monetario sarebbe più sicuro ed efficace contro la speculazione e le crisi finanziarie. Sono i punti cardini del testo dell’iniziativa con il lungo nome (“Per soldi a prova di crisi: emissione di moneta riservata alla Banca nazionale!”), che è stata lanciata da economisti, imprenditori e specialisti di finanza e consegnata nel dicembre 2015. L’iniziativa era nata dopo la crisi finanziaria internazionale di 10 anni fa, che non ha risparmiato neppure la Svizzera, con il governo e la BNS che sono intervenuti con salvataggi statali di alcune banche, su tutti il più grande istituto bancario elvetico, l’UBS.
Oggi la BNS emette banconote e monete metalliche che rispecchiano solo il 10% (80 miliardi di franchi) di tutta la massa monetaria circolante, ossia la “moneta intera”. Il restante 90% è “moneta scritturale” che esiste solo nelle registrazioni contabili e viene creata dalle banche commerciali, attraverso la concessione di crediti ad aziende e privati o ipoteche. Non si tratta quindi di moneta legale, ma è la premessa di versare un credito su un conto. I promotori desiderano che anche la “moneta scritturale” diventi un mezzo di pagamento legale e questo è possibile solo se anche questa competenza sarà limitata alla BNS. Il compito delle banche commerciali si limiterà a gestire il traffico dei pagamenti e i prestiti del denaro emesso dalla BNS. Il nuovo ordinamento renderà, secondo i promotori, il franco svizzero la moneta più sicura al mondo e la Svizzera sarà protetta da tante crisi finanziarie. Raffael Wüthrich, membro del comitato spiega le ragioni dell’iniziativa: “A prima vista l’attuale sistema sembra funzionare bene, ma in realtà si basa sulla creazione di molti debiti, che porterà inevitabilmente al crollo del sistema”. Con la nuova legge il denaro verrebbe protetto meglio, in quanto bene pubblico, che non appartiene ai privati.
Il Parlamento ha già bocciato l’iniziativa al quale si è aggiunto il Consiglio federale che raccomanda di respingerla: le intenzioni sono lodevoli, ma l’esperimento è troppo rischioso. “La Svizzera diventerebbe un caso sperimentale per una questione inutile” ha spiegato il ministro delle finanze Ueli Maurer “con l’iniziativa emergerebbero molte incertezza e il sistema diventerebbe più instabile, perché non si conoscono le conseguenze di questo sistema che nessun paese applica”. Dopo la fine della crisi finanziaria, secondo Maurer, il mondo finanziario è più stabile, perché le banche hanno ridotto notevolmente i rischi. Il settore bancario verrebbe indebolito e i clienti pagherebbero i costi aggiuntivi per finanziare i crediti. Un altro punto negativo è la centralizzazione dell’emissione totale del denaro che darebbe un potere eccessivo alla BNS, alla quale verrebbe meno il compito di garante della stabilità finanziaria nazionale e si vedrebbe sottoposta a maggiori pressioni politiche, se dovrà concedere crediti all’economia. Il dibattito è aperto per le prossime sette settimane, su chi può creare i franchi svizzeri. Ma Maurer non sembra innervosirsi, anche se Michael Derrer, imprenditore e giudice distrettuale, simpatizzante dell’iniziativa, ha inoltrato un ricorso al Consiglio di Stato di Argovia, perché le autorità hanno informato in modo incompleto e distorto sull’iniziativa della moneta intera.
Gaetano Scopelliti