I dati del secondo sondaggio dell’istituto gfs.bern delineano due chiari risultati. Si va verso un netto “no” all’iniziativa “Per soldi a prova di crisi: emissione di moneta riservata alla Banca nazionale!”, detta “Monate intera”, che punta a riformare radicalmente il sistema monetario. La nuova Legge sui giochi in denaro (LGD), che punta a bloccare i siti stranieri che offrono giochi e scommesse, appare ampiamente accettata. Bisogna attendere il 10 giugno per fugare ogni dubbio, ma i risultati dello studio gfs.bern sanno già di verdetto. L’esito dell’iniziativa “Moneta intera” sembra senza storia. I promotori (economisti, imprenditori e specialisti di finanza), che chiedono che in futuro il denaro, sia contante sia elettronico, dovrà essere emesso solo dalla Banca nazionale svizzera (BNS), hanno perso la loro sfida in anticipo.
Gli oppositori hanno ormai la maggioranza assoluta con il 54% (+5% sul primo sondaggio), anche se il 12% degli indecisi voterebbe “sì”. Il 34% (-1%) di favorevoli è un dato che non permetterà, secondo gli analisti, un recupero perché l’evoluzione è sfavorevole all’iniziativa. Una situazione di parità di riscontra solo nella Svizzera francese con 41% di “no” contro il 40% di sostenitori. Gli aventi diritto al voto seguono completamente le indicazioni di voto dei partiti borghesi, che raggiungono il 71% di “no”. Il motivo secondo gfs.bern è “la paura del rischio di fronte a un esperimento di stravolgere il sistema monetario attuale”.
La LGD sarà probabilmente accettata. Il sondaggio ha rivelato che solo in alcuni gruppi di giovani elettori e sorprendentemente nella Svizzera italiana (i favorevoli saliti dal 38% al 61%) si trova una maggioranza che respinge la legge. A livello nazionale i risultati indicano che i promotori avrebbero perso la sfida, anche se gfs.bern resta prudente per una “probabile” approvazione del referendum contro la LGD. Difficile, perché i sostenitori hanno consolidato il loro vantaggio con il 58% (+6%), mentre gli oppositori sono scesi al 37% (-2%). Un ribaltamento del risultato potrebbe avverarsi solo “se la campagna di mobilitazione dei referendari diventasse efficace sul piano degli argomenti”. L’unico argomento che ha fatto presa è “la censura di Internet”. Poco per contrastare quegli dei sostenitori.
Gaetano Scopelliti