Attentato all’aeroporto di Parigi. Muore attentatore, aveva con sé benzina e Corano
Si chiamava Ziyed Ben Belgacem, francese nato a Parigi in una famiglia di origine tunisina, il 39enne autore dell’attentato all’aeroporto parigino di Orly che ha perso la vita durante lo scontro con i militari in pattuglia. Era un pregiudicato con molti anni di prigione alle spalle, l’aggressione che ha compiuto all’aeroporto di Orly lo scorso sabato 18 marzo sarebbe l’epilogo di una serie di crimini commessi tutta la mattinata.
Alle 6.55 della stessa mattina, infatti, l’uomo ha sparato contro una pattuglia di tre poliziotti a Garges-lès-Gonesse (Val-d’Oise), a Nord della Capitale. Una delle agenti sul posto è stata ferita alla testa ed è stata ricoverata. Subito dopo si sarebbe recato in un bar a Vitry-sur-Seine (Val-de-Marne), dove ha fatto irruzione minacciando i presenti.
Successivamente ha rubato l’automobile di una donna e si è spostato verso l’aeroporto di Orly dove, intorno alle 8.30, ha assalito la pattuglia dell’operazione Sentinella, ovvero i militari utilizzati nelle città contro il terrorismo, e ha rubato il fucile a una soldatessa, le ha puntato una pistola alla tempia davanti a altri due militari in pattuglia intimandoli di posare le armi “sono qui per morire per Allah, in ogni caso ci saranno dei morti” avrebbe aggiunto. Cercando di farsi scudo con la soldatessa ha quindi cercato di scappare, ma è stato colpito e ucciso. Tutto si sarebbe consumato in due minuti, e fortunatamente non ci sono altre vittime oltre l’aggressore.
Nello zaino ritrovato a terra vicino a lui sono stati trovati una tanica di benzina, un accendino, un pacchetto di sigarette, alcune centinaia di euro e una copia del Corano. Per i controlli di sicurezza l’aeroporto è stato chiuso ed evacuato, gli aerei in partenza bloccati a terra, quelli in arrivo dirottati nell’altro scalo parigino Charles De Gaulle.
Sono quindi entrati in azione gli artificieri per controllare che non ci fossero bombe o cinture esplosive, le forze dell’ordine — 500 tra agenti semplici, polizia di frontiera e forze speciali — hanno cercato eventuali complici, ma sembra che Ziyed Ben Belgacem abbia fatto tutto da solo. Nel frattempo sono stati rilasciati il padre, il fratello e il cugino del terrorista che si erano presentati alla polizia spontaneamente. “A questo stadio dell’inchiesta non vi è più alcuna custodia cautelare in essere” hanno fatto sapere le fonti. “Mio figlio non è un terrorista”, ha detto il padre di Ziyed Ben Belgacem. Parlando all’emittente Europe 1 l’uomo, ha aggiunto che il figlio 39enne beveva e non pregava. “Probabilmente era sotto l’influenza di alcool e cannabis”, ha affermato l’uomo.
[email protected]
foto: Ansa