Il primo a commentare il risultato del voto (211 no, 129 sì e 3 astenuti) della Camera alla mozione di sfiducia delle opposizione a Matteo Salvini, avvenuto mercoledì scorso, è proprio il Ministro dei Trasporti sui social: “Grazie. Ennesima figuraccia della sinistra, andiamo avanti col nostro lavoro”. Ma questo è stato solo il primo colpo alle opposizioni, il giorno successivo, giovedì, è arrivata anche la bocciatura della mozione di sfiducia a Daniela Santanché, la Ministra del Turismo che aveva ricevuto la mozione di sfiducia per i suoi guai giudiziari, con 213 no e 121 sì. “Il mio stato d’animo è uguale a quello di ieri, a quello di una settimana e di un mese fa. Assolutamente tranquilla, quindi a fare il mio lavoro anche qua oggi, come ieri e come farò domani. Il Parlamento credo che in una democrazia è sovrano, il voto mi sembra molto chiaro, per cui assolutamente sono non direi serena ma molto tranquilla”, è il commento della ministra del Turismo.
Così tutto il centrodestra ha ribadito la forza e la coesione della maggioranza, cosa che non è sfuggita alle opposizioni, primo fra tutti Conte che si chiede: “ma si può essere orgogliosi di ritrovarsi ‘compatti’ a difendere gli amichetti di partito, disonorando le Istituzioni dello Stato?”. “Si dimostrano “compatti” – ha aggiunto ancora Conte – solo quando si tratta di difendere parenti, amichetti e sodali; scappano invece quando si tratta di aiutare con una semplice tassa sugli extraprofitti delle banche centinaia di migliaia di famiglie con il mutuo alle stelle che rischiano di perdere casa. Come pure scappano di fronte al record storico di 5,7 milioni di cittadini in povertà assoluta. Non ci meravigliamo se i cittadini si ritrovano delusi dalla politica, se fanno di tutta l’erba un fascio. La politica non è stata concepita per risolvere i problemi dei politici ma per tutelare i cittadini”.
“Su Salvini e Santanché non si tratta di garantismo, ma di argomenti politici. Non possiamo avere un viceministro che ha un accordo in essere con Putin e una Ministra del Turismo che imbarazza il Paese. E su questo bisogna essere chiari”, ha scritto sui social invece Carlo Calenda, leader di Azione.
Ha un parere diverso Matteo Renzi di Italia Viva che mentre per Salvini ha votato a favore della sfiducia, non è stato lo stesso per Santanché. “Votiamo sì alla sfiducia a Salvini perché contesta il posizionamento politico di Salvini sulla Russia”, ha scritto il leader di IV sui social. “Votiamo no alla sfiducia a Santanché perché basata sulle indagini giudiziarie che la riguardano. E noi non chiediamo le dimissioni per un avviso di garanzia o per un rinvio a giudizio. Il garantismo è tale se si applica a tutti, soprattutto agli avversari. Facile fare i garantisti con gli amici: la vera sfida è essere garantisti con gli avversari”, ha spiegato Renzi.
A proposito di questo, Daniela Santanché fino alla fine ha ribadito che nessuno ha mai chiesto le sue dimissioni, per questo non ha mai preso in considerazione una tale possibilità, eppure c’è chi parla di rapporti peggiorati col partito, tanto che da Fratelli d’Italia si fanno più insistenti le voci che con una richiesta di rinvio a giudizio Giorgia Meloni “la farà dimettere”.
Redazione La Pagina