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22 November 2024
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Musica

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La musica  è la forma più alta e affascinante dell’arte, coinvolge intensamente la sensibilità estetica, spirituale e fisica di uomini e donne di ogni idea, condizione sociale, religione, provenienza etnica. Essa consiste nell’organizzazione di norme dirette ad ottenere le successioni di determinati effetti sonori che agiscono sui sentimenti interiori di chi compone e di chi ascolta. Ma la musica non è soltanto arte, è anche scienza perché studia l’intero processo creativo dell’intima struttura dei suoni. I quali si materializzano attraverso il canto e appositi strumenti che provocano, mediante i principi dell’acustica, la percezione uditiva e l’esperienza emotiva voluta dall’autore.

Come attività sociale, la musica si sviluppa in tutte le epoche e in tutte le culture, mutando il proprio significato e la propria funzione  ed esprimendosi con una grande varietà di forme e tecniche a seconda dei periodi storici e delle aree geografiche.

Nell’antica Grecia la matematica, grazie all’intuizione di Pitagora, ebbe un ruolo fondamentale nella nascita della musica, stabilendo una relazione tra rapporti frazionari e suono. Platone sosteneva che come la ginnastica doveva irrobustire il corpo, la musica era chiamata a svolgere una funzione educativa, scegliendo tra «tanto» e «poco», fra «più» e «meno», fra «bene» e «male». Nel Cristianesimo si diffuse molto il canto, soprattutto nei luoghi di culto, le chiese, facendo parte della liturgia della messa. Inizialmente questa musica liturgica era monodica, basata su variazioni d’intonazione attorno ad una nota fondamentale. In seguito  a questo stile si aggiunse la forma dell’offertorio dove un solista intonava il testo arricchendolo di variazioni. Agli inizi del VI secolo esistevano in Occidente diversi centri associati a specifici canti liturgici monodici. Duecento anni più tardi, con la nascita del Sacro Romano Impero e con l’impulso di Carlo Magno,  le varie scuole liturgiche vennero unificate dando vita al canto gregoriano. Nel 1000 circa Guido d’Arezzo sostituì la semplicità delle composizioni inadatte alla trascrizione di pezzi di maggiore complessità che mettevano a dura prova la memoria dei cantori, con il primo sistema di scrittura diastematica. Essa permetteva di individuare le diverse altezze delle note e il loro uso. Il tetragramma di Guido d’Arezzo si sarebbe stabilizzato su cinque linee (assumendo il nome di pentagramma) e ponendo le basi della notazione musicale moderna.

Nel Medioevo, con i trovatori, i trovieri e i Minnesänger, cantori e poeti vaganti, alla musica sacra si affiancò quella profana. L’«amor cortese» era l’argomento principale di questi menestrelli. Nel XIV secolo  si sviluppò il movimento polifonico cui sarebbe seguita la teoria dell’armonia perfezionata durante l’Umanesimo e il Rinascimento. La Camerata Fiorentina crea il melodramma portato in auge da Claudio Monteverdi. Nel Seicento nascono i generi come la sonata, la sinfonia, il concerto grosso. Nel XX secolo si contestò radicalmente la tecnica tonale, dando piena libertà al compositore di definire le regole che portarono all’atonalità e alla dodecofonia.

Un capitolo a parte meriterebbe la trattazione della cosiddetta musica leggera, il pop, il rock, il rap,  il blues, il jazz. Un fenomeno molto esteso, infine, riguarda la formazione in Svizzera, tra i nostri emigrati, di orchestrine che dilettano il pubblico nel corso di feste popolari e danzanti. Citiamo, tra i tanti gruppi, «Amici di balera», «I lords», «Atlanti’s Band», «Adamo e musica», «I vaghi», «I Pizzicati». Un discorso a parte meritano i «Sugar Five». Nati nel 1992 come «Decrescendo» sono poi diventati, prima di scegliere il nome attuale, gli «Ausländerausweis C», in chiara polemica con le norme restrittive sull’integrazione degli stranieri. L’attuale formazione, che si muove nell’ambito del dilettantismo, ma ha raggiunto una notevole professionalità sia strumentale che vocale, propone una suggestiva reintepretazione dei successi di Zucchero Fornaciari. Due del gruppo, Nevio e Florian hanno inoltre formato, insieme a Michele, il trio «I Visconti dimezzati».  Presentano, con eccezionale bravura e i duetti applauditissimi dei due tenori, accompagnati magistralmente dal piano, alcune delle più belle canzoni italiane.

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