“Importanti scoperte made in Italy, anche sul 5G per i cellulari”
Un tratto di matita cambierà il mondo. È cominciata da un segno come questo una delle più importanti rivoluzioni tecnologiche di questo secolo, con la scoperta del Grafene, materiale bidimensionale ultrasottile, costituito da un singolo strato di atomi di carbonio, che nel 2010 ha permesso al fisico anglo-russo Konstantin Novoselov di vincere il premio Nobel per la Fisica, a soli 36 anni.
“I ricercatori italiani sono stati molto bravi e importanti nella sviluppo della ricerca sul Grafene; uno dei progressi fatto dagli italiani è stata la scoperta dei modulatori per la tecnologia 5G, un uso molto intelligente del Grafene”.
A parlare è il fisico anglo-russo Konstantin Novoselov, premio Nobel per la Fisica nel 2010 per la scoperta del Grafene, intervistato a margine di un incontro sull’utilizzo di questo materiale rivoluzionario nell’industria aerospaziale, organizzato da Leonardo-Finmeccanica che partecipa alla Grafene Flagship, tra i maggiori progetti di ricerca dell’Unione Europea che vede coinvolte 145 tra industrie, università e centri di ricerca in oltre 20 Paesi.
“La Grafene Flagship è importantissima – ha continuato il Nobel – perché abbiamo creato un gruppo di studiosi che mette insieme varie competenze e ci permette di condividere le scoperte su una piattaforma comune che segue anche le indicazioni degli ingegneri per evitare di fare ricerca su cose che poi non interessano all’impresa”.
“Quello che dobbiamo capire – ha spiegato il Nobel – è che il Grafene è un materiale composto da un solo atomo; uno dei suoi possibili utilizzi è anche per i touchscreen dei cellulari e delle Tv di nuova generazione. Per produrre tutte le Tv o le batterie al litio che usiamo oggi ne basterebbero solo 60 Kg perché è molto sottile e non ce ne vuole tanto, così potremo evitare l’impatto ambientale grazie all’uso del Grafene”.
“Ogni tipo di ricercatore – ha concluso – ha i suoi interessi nel Grafene, negli ultimi anni abbiamo capito che il Grafene non è l’unico materiale a 2 dimensioni spesso un solo atomo e che questi materiali possono avere anche loro una forma bidimensionale ma le loro proprietà sarebbero molto diverse da quelle del Grafene. Ciò significa che possiamo produrre diverse strutture bidimensionali di materiali diversi; metalli, isolanti, correttori ottici. Abbiamo provato anche a unire questi diversi materiali in nuove strutture mettendone insieme le differenti proprietà e quindi possiamo codificare le funzionalità di qualunque dispositivo usando pochi strati di atomi. È molto emozionante questa direzione in cui sta andando la ricerca. Per questo non credo che il mondo sia a corto di idee ma è importante non seguire solo le orme degli altri ma pensare con la propria testa e essere il più creativi e produttivi possibile”.
Askanews
foto: Ansa/ Graphene Flagship/ The University of Manchester