È uscito Milleanni, il nuovo album dei Nomadi che compiono 56 anni di attività e rimangono la band più longeva d’Italia
“Fra il cielo e la terra, per mille secoli almeno ma noi non ci saremo, noi non ci saremo” era il ritornello cantato dalla band emiliana di Novellara nel 1966. Non sono passati mille secoli ma “solo” 56 anni eppure i Nomadi sono ancora qua, in un panorama musicale completamente cambiato ma in cui la loro musica resiste e piace ancora ad un popolo di fan che si sono sempre sentiti nomadi dentro. La voce del compianto Augusto Daolio, leader del gruppo fino alla sua morte avvenuta nel 1992, è ancora presente in questo album in una versione inedita di “Ma noi no” che lui cantò proprio in quell’anno ed è un regalo per il pubblico che ancora, nonostante siano passati 27 anni, grida “Augusto, Augusto” durante i concerti. Beppe Carletti, il veterano dei Nomadi e portavoce ufficiale dopo Daolio, è riuscito a trascinare una filosofia di vita nonostante molti dei componenti della band siano cambiati nel corso di questi 56 anni. I nomadi sono sempre gli stessi, cambiano i visi, le mani che suonano gli strumenti, le voci dei solisti ma la loro musica ha sempre quell’impronta tipica e distinguibile. Carletti racconta a “Il Giornale” che nella sua zona, nel modenese, sui camion in autostrada si vede spesso incollato l’adesivo di Vasco e quello dei Nomadi uno di fianco all’altro come a stabilire una continuità di musica che è piaciuta e continua a piacere scaldando gli animi. Come con le canzoni di Vasco, i brani dei Nomadi non si limitano ad essere canzoni usa e getta ma spesso rimangono degli evergreen e degli inni che si tramandano per più generazioni.
Ma cosa ne pensa Beppe Carletti della musica di oggi? Alla stampa lui storce il naso: “Noi siamo stati censurati nel 1967 per aver cantato Dio è morto (il brano fu consentito solo dopo aver aggiunto al titolo una frase più democristiana come “Se Dio muore è per tre giorni e poi risorge”-ndr) mentre oggi i rapper si esprimono solo a parolacce volgari. Noi ci cambiavamo e ci cambiamo ancora negli spogliatoi dei campi di calcio in cui ci esibiamo, vaglielo a dire ai rapper di oggi che hanno l’hair stylist! Noi giriamo ancora con un pulmino come negli anni ’60, ci divertiamo. Oggi i rapper non li capisco, sento uno che parla, parla, poi canta un ritornello facile e ritorna a parlare. Non va mica bene vè!”
Lontano dai divisimi i Nomadi lo sono sempre stati come del resto è stato Francesco Guccini padre di molti dei loro successi più grandi come il già citato Dio è morto ma anche Canzone per un’amica o Auschwitz che riflettevano altri tempi, altri miti, altri artisti.
56 anni dunque (nel mondo, solo i Rolling Stone li battono con 57 anni di attività) in cui continuano ad essere coerenti con la loro musica e con i loro testi. Anche questo nuovo album “Milleanni” è rappresentativo e contiene 11 canzoni che fanno parte del loro repertorio di cui due inedite.
foto: Ansa