Arrivano le nomine per le presidenze delle aziende di stato e spuntano tre donne
Molti volti nuovi e tanti cambiamenti erano stati promessi dal governo Renzi e così è stato. Dopo quasi 10 anni in cui i vertici delle aziende di stato erano presieduti dalle stesse linee, arrivano grosse novità con il cambio di ben 7 manager su 8. Prima novità assoluta, l’entrata a testa alta di tre donne poste alla presidenza di Eni, Poste ed Enel dove prenderanno posto Emma Marcegaglia, Luisa Todini e Patrizia Grieco. Si tratta di figure femminili di un certo spessore, Emma Marcegaglia assegnata alla presidenza dell’Eni era il numero uno di Confindustria; a quella dell’Enel approda Patrizia Grieco, attualmente a capo di Olivetti; mentre per le Poste, è stata scelta Luisa Todini, ora nel cda della Rai e con un passato su posizioni di centrodestra. “Sono particolarmente soddisfatto per la forte presenza femminile – ha commentato il premier, Mattero Renzi – segno di un protagonismo che chiedeva da troppo tempo un pieno riconoscimento anche da parte del settore pubblico, in linea, anzi all’avanguardia, rispetto alle migliori esperienze europee ed internazionali”. L’unico presidente della vecchia guardia che conserva il posto è Gianni De Gennaro, che rimane a Finmeccanica.
“Desidero augurare buon lavoro ai nuovi vertici di Enel, Eni, Finmeccanica e Poste italiane. Una squadra di professionisti di grande qualità e riconosciuta autorevolezza che, sono sicuro, lavoreranno per raggiungere gli obiettivi strategici ambiziosi di società che rappresentano asset fondamentali per il Paese” ha concluso il presidente, specificando che si tratta di “nomine autorevoli”, tutti nomi di “valore” per gli obiettivi “ambiziosi” che si è posto lo Stato italiano.
Altro argomento principale della settimana è la scottante questione degli stipendi dei manager e spunta la parola “tetto”, ovvero il limite che il governo vuole mettere sui salari a cominciare proprio da quelli dei presidenti elle società. Renzi ha precisato che “Il tetto fissato per le indennità dei Presidenti delle società, che passano in alcuni casi da cifre a molti zeri a 238mila euro annui lordi – ha sottolineato – costituisce una novità che speriamo si imponga come una best practice per tutta la P.A. e il segnale di una ritrovata sobrietà di un settore pubblico non più distante dai cittadini”.