Dallo scorso venerdì è in vigore la riforma delle legge sull’asilo approvata nel 2016 dal popolo. Le procedure saranno accelerate, centralizzate e i richiedenti l’asilo avranno avvocati gratuiti
La nuova responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia, Karin Keller-Sutter si dimostra convinta sull’utilità della riforma dell’asilo. “La riforma renderà la Svizzera meno attrattiva per chi non ha diritto all’asilo” ha detto Keller-Sutter nella conferenza stampa presentando i contenuti “e migliorerà la situazione per chi potrà rimanere”. La revisione era stata elaborata da Simonetta Sommaruga nel 2014 come il metodo migliore per rispondere alla crisi migratoria con il disbrigo corretto delle richieste d’asilo. Per l’applicazione è ora responsabile Keller-Sutter. “Una cosa non cambierà: le persone minacciate nel Paese d’origine continueranno ad essere protette” ha detto la ministra. La chiave di questa grande e complessa riforma, voluta da Confederazione, Cantoni e Comuni, è che le altre persone che non avranno bisogno della protezione “lasceranno la Svizzera in tempi più rapidi”. Ci sono voluti otto anni di lavoro e due progetti pilota a Zurigo dal 2014 e dall’aprile 2018 a Bodry (NE) e Chevrilles (FR) per raggiungere la soluzione che prevede procedure accelerate per condurre a termine l’esame delle domande entro 140 giorni al massimo e decidere se respingere o accettare una domanda. La nuova legge federale attribuisce un rappresentante legale indipendente e gratuito al richiedente l’asilo che sarà sostenuto nel quadro della procedura. Uno dei vantaggi della legge, secondo Keller-Sutter, è che “ai cantoni non verranno più assegnati tutti i richiedenti l’asilo, ma solo quelli che hanno il diritto di rimanere” e che richiedono una procedura più approfondita. Nel 2018 le procedure in prima istanza sono state minori rispetto al 2017 (-1118). Delle 26.103 richieste hanno ottenuto asilo il 25.9%, 6.358 persone.
Con decisioni rapide le autorità si aspettano una certa intimidazione per rendere la Svizzera meno attraente. Nel centro di Zurigo risulta che le procedure hanno potuto essere accorciate di un terzo, che il numero di ricorsi si è pure ridotto di un terzo e il numero di richiedenti l’asilo che ritornano volontariamente nel loro Paese è triplicato. In futuro per tutti i 18 centri federali di accoglienza la situazione dovrebbe rimanere tranquilla con 15.000 richieste d’asilo l’anno, anche se bisogna essere pronti a un possibile aumento. L’idea è di raccogliere per il periodo delle procedure tutti i responsabili in tutti i centri d’accoglienza federali suddivisi in sei regioni territoriali con una capacità di accoglienza di 5.000 posti (circa l’80% è in attività), traguardo da raggiungere entro la fine del 2019. “Già 2.000 richieste al mese impegnano a fondo gli addetti ai lavori” ha spiegato Mario Gattiker, direttore della Segreteria di Stato della migrazione (SEM). La riforma è sostenuta anche dall’Organizzazione svizzera degli aiuti ai rifugiati (OSAR) che la trova più giusta, trasparente ed efficiente. L’OSAR chiede nel suo comunicato stampa uniformità decisiva e qualità nella consulenza e rappresentanza legale per il successo della riforma. La sfida più grande sarà ottenere in tutta la Svizzera una applicazione uniforme e l’OSAR metterà a disposizione dei rappresentanti legali nei centri le proprie basi giuridiche e le informazioni sui Paesi d’origine. C’è il rischio che si sviluppino diverse pratiche nelle regioni con conseguenti decisioni diverse. Un problema che Keller-Sutter ammette, ma minimizza il rischio: “Ci sono una legge e una prassi che devono essere imposte”.
Gaetano Scopelliti
foto: DFGP