Ricordo: mancavano pochi giorni all’inizio di ottobre. Il primo giorno di scuola elementare. Per me: iniziava il cammino nel mondo degli adulti. Per i miei genitori: la prima tappa di un cambio di generazione. Questa è la vita. Uniche certezze, per tutti: la famiglia e la fede. Come per molte persone del Sud. E non solo. Della mia generazione. E non solo. Mio nonno si svegliò all’alba. In piazza ci aspettava il pullman. Il viaggio era lungo. Saremmo dovuti tornare in giornata. Destinazione: San Giovanni Rotondo. Per pregare con Lui. Insieme a tanta gente, per cercare la Sua benedizione. Affidare il nostro destino al frate degli ultimi, ma amatissimo da tutti: Padre Pio. La nonna era vestita di nero ed aveva preparato la cesta con le provviste per il viaggio. Prima di partire accendemmo la radio. Notiziario di apertura.
Come oggi, cinquant’anni fa, il 23 settembre 1968 la RAI annunciava che Padre Pio era morto alle 2.30 del mattino. Questa la mia esperienza con il frate cappuccino poi santo. Parliamo di lui. Francesco Forgione, questo il suo vero nome, nasce nel 1887 in Campania, a Pietrelcina, provincia di Benevento, da famiglia di umili origini ma di solida devozione religiosa. A soli 14 anni, una scelta per la vita: entra in convento. Si chiamerà “fra’ Pio”. Poi gli studi. Allievo brillante, diligente, segnato da unico problema: la salute cagionevole. Ma questo non ferma la sua vita. E la vita prosegue. Ad appena 23 anni viene ordinato sacerdote nel Duomo della sua Benevento. Poche settimane dopo compaiono le stimmate. Inspiegabili e dolorose piaghe sul palmo delle mani, sulla pianta dei piedi, a ricordare la crocefissione di Gesù. Cura delle anime, episodi di vita, sofferenze fisiche, intervalli di convalescenza, visioni mistiche, periodi di meditazione e di preghiera si alterneranno. Sinché fra’ Pio raggiunge la sua dimora ed incarico definitivi: direttore spirituale presso il seminario di San Giovanni Rotondo, nei dintorni di Foggia. Terra di Puglia. Terra di acqua mai abbastanza, conservata nelle vasche, in bidoni, ovunque la necessità umana possa desiderare averla. Terra di campi arsi dal sole. Di pomeriggi silenziosi e torridi. Terra di occhi levati a Dio a cercare un senso al destino da spiegare ai figli. San Giovanni Rotondo: terra di fede.
Ventisettemila abitanti e quattordici chiese. Le prime guarigioni. Le prime conversioni. Il passaparola è immediato. Il messaggio è semplice, come la fede della gente che lo attende: Padre Pio intercede per noi presso Gesù. La Santa Sede, da Roma, chiede chiarimenti su questo frate cappuccino. Ma Roma è lontana. I dubbi crescono. Nel 1931 il Sant’uffizio addirittura proibì a Padre Pio di celebrar messa e confessare. Si ribella il popolo degli ultimi. E non solo degli ultimi. Arrivano i nobili. Le teste coronate. I Savoia. Tutti condividono un solo desiderio: incontrare Padre Pio. Alla Fede si chiede. La Fede risponde e guarisce. I fedeli crescono. I fenomeni inspiegabili riferibili a Padre Pio si moltiplicano. Riassumiamoli. Oltre alle stimmate, Padre Pio possedeva il dono della ubiquità: essere presente in più luoghi contemporaneamente. Prevedeva il destino dei fedeli. Nel corso delle confessioni anticipava i peccati che stavano per essergli riferiti.
La sua presenza diffondeva profumi di fiori, persistenti ed inspiegabili anche in sua assenza. Numerosi poi gli episodi di ipertermia: la temperatura corporea di Padre Pio arrivò a raggiungere persino cinquantadue gradi centigradi; senza lasciare quei danni fisici sicuramente permanenti già a quaranta gradi. Anni Cinquanta: la guerra è finita. Per confessarsi con Padre Pio è necessaria la prenotazione. In tutta la sua esistenza arriverà a confessare più di seicentomila persone. Ultimi anni di vita. Ultime calunnie. Ma il tempo è galantuomo. Consoliamoci: anche a Dio non la si fa. Luglio 1964: Papa Paolo VI rinnova a Padre Pio piena e definitiva libertà di esercizio del ministero sacerdotale. Ma il nostro frate è ormai alla fine della sua esperienza terrena. Morirà ad ottantun anni, sofferente di artrite ed artrosi. Immediatamente, nel 1969, inizia il suo cammino verso la santità. Il lavoro degli investigatori ecclesiastici è imponente. Si raccolgono più di cento volumi di prove, testimonianze, interrogatori. Ma i fedeli attendono una data. E quella data arriva. 16 giugno 2002. Piazza San Pietro. Papa Giovanni Paolo annuncia un nuovo beato: San Pio da Pietrelcina. Dal 2010 il suo corpo è esposto nella sua San Giovanni Rotondo, nella cripta della Chiesa di Padre Pio. Il frate santo è celebrato il 23 settembre. È patrono dei volontari della protezione civile e, come forse mio nonno già sapeva: degli adolescenti. Il nostro racconto finisce qui. Non è stato un racconto di fede. Non è facile parlare di fede al giorno d’oggi. Ma questo non era e non è il nostro intento. Piuttosto, quando nella vostra vita non riuscite a comprendere ciò che vi è accaduto, anche dopo gli ultimi, difficilissimi e gravosi di emergenza sanitaria mondiale, levate al cielo il vostro sguardo.
Ad attendervi non troverete il silenzio.
di Andrea Grandi