Che l´on. Tiziana Ciprini 5 stelle, si sia accorta che il sistema di controllo dei patronati all´estero, faccia acqua da tutti i lati è un fatto positivo. Detto questo: una persona normale cosa penserà degli italiani all´estero? Ma sono proprio degli imbecili, possibile che non si siano mai accorti di questa anomalia? O addirittura qualcuno oserà pensare: in fondo sono tutti figli di Razzi.
I Patronati, e più precisamente il caso Giacchetta, ci insegna che alla fine l´esperienza è una delle tante menzogne convenzionali, essa non serve a niente perchè ogni atto della vita è un fatto nuovo, che va risolto con l´intuizione.
Un grande statista del secolo scorso, diceva a tale proposito: infatti l´umanità da secoli ripete gli stessi errori, che alla fine sconta con il sangue. Da questo si può dedurre che l´esperienza in materia è servita a ben poco. Respiriamo profondamente, e cerchiamo di far capire che gli italiani che vivono ed operano oltre i Patri confini, il problema lo avevano intuito da anni ed in molte occasioni lo hanno espresso chiaramente.
Dunque: non c’era bisogno dell´onorevole pentastellato per individuare ciò che in fondo è solo la classica anomalia italica. Se non vado errato, anni fa, l’on. Picchi allora in forza al partito di Arcore, oggi nella squadra verde di Salvini, fece una interrogazione parlamentare in merito. È successo qualcosa? Assolutamente niente, questa è la dimostrazione tangibile che una interrogazione parlamentare altro non è che una pacca sulla spalla, evidenzia ma non risolve. Resta il fatto che l´on. Ciprini, con il suo atto, ha sicuramente spezzato l´oblio che regna nei palazzi di potere. Qualcuno però, ormai da un decennio, si era accorto dell´acqua calda, in fondo bastava aprire il rubinetto con il bollino rosso.
La questione è più complessa di quello che sembra, e per poter risolvere il problema, bisogna affrontarlo partendo dalla radice. Andiamo per ordine, mi spiego o cerco di farlo: qualcuno ricorderà vagamente che all´estero ci sono degli organismi istituzionali, quali il CGIE ed i COMITES, oltre a varie associazioni di sostegno.
Partiamo dal CGIE, ovvero: consiglio generale degli italiani all´estero, lo specifico non per fare il professorino di turno, ma semplicemente perchè lo stesso è conosciuto sì e no dal 5% degli italiani, o sarebbe più approriato dire, è conosciuto solo dagli addetti hai lavori. Risulta forse a qualcuno che il mitico CGIE, nella parodia caso Giacchetta abbia preso posizione in merito? No purtroppo no. Eppure questo organismo è nato con l´intendo di tutelare e salvaguardare i diritti dei cittadini. Nel caso specifico, credo che con il suo silenzio abbia solo ed esclusivamente tutelato interesi partitici.
Personalmente lo ritengo vecchio ed obsolete, ed in avanzato stato di decomposizione. Senza tirarla per le lunga, l´opzione giusta sarebbe quella di chiuderlo, cestinarlo come esso cestina le problematiche dei nostri connazionali. Dirà qualcuno: Tremaglia si girerà nella tomba, arrivati a questo punto, me ne può fregar di meno. Massimo rispetto per il ragazzo si Salò, ma a tale riguardo sbagliò, non aveva fatto i conti con una certa categoria di italiani.
I COMITES: e qui si potebbe fare un ragionamento totalmente diverso, come: in primis serve una ristrutturazione completa, così come sono hanno poca incisività, il loro potenziamento dovrebbe trasformarli dagli attuali ed inutili organismi proposotivi, ad un più efficace organismo esecutivo, sempre in stretta collabborazione con i vari consolati di zona. Da non sottovalutare la proposta di far gestire agli stessi anche l’erogazione di danaro pubblico, con veci di controllo sui vari enti che gestiscono soldi dello stato. Così facendo, potremmo evitare futuri casi Giacchetta. Infatti: i vari Comites esendo ben radicati nel territoio di commpetenza, avrebbero una visione a 360 gradi delle problemati reali che affliggono i nostri connazinali. Lo possiamo notare anche nel territorio nazionale, erano più efficaci le province di quanto possono esserlo le regioni, e questo è un dato di fatto.
Detto questo: ci tengo a sottolineare, che vi sono dirigenti di Patronato che svolgono il loro lavoro con onestà e dedizione, ma sopratutto con la consapevolezza di rendere un utile servizio alla comunità, dunque non è mia intenzione far passare il messaggio che sono tutti disonesti, come qualcuno a volte a voluto far credere.
Il MODIE (movimento diritti italiani all´estero) che mi onoro di rappresentare insieme ad altre persone, ha sempre lavorato in modo gratuito nella direzione della tutela dei diritti degli italiani. Una volta il nostro movimento veniva etichettato come di “destra”, oggi è più semplicemente un movimento nazional popolare, ben lontano da quel populismo tanto decantato da quell´elite all´anagrafe RADICAL CHIC. L´egoismo è la legge sovrana, la gente del lavoro è infinitamente superiore a tutti i falsi profeti che pretendono di rappresentarlo.
La grandezza morale ed intellettuale delle donne e degli uomini, si misura con i fatti non con gli spot elettorali.
Francesco Giorno
MODIE
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