La mobilitazione degli elettori meno privilegiati e l’assenteismo dei giovani sono altri fattori che hanno portato al successo dell’iniziativa UDC contro l’immigrazione
Il “sì” di misura all’iniziativa dell’UDC contro l’immigrazione di massa è stato oggetto di infinite discussioni sia in Svizzera sia all’estero. Ma come si è arrivati a questo risultato (50.3%) che ha permesso all’UDC di ottenere una delle sue più grandi vittorie politiche? Alcune risposte le ha date l’analisi VOX, un progetto realizzato dall’istituto di ricerca gfs.berna con il Dipartimento di scienze politiche e relazioni internazionali dell’Università di Ginevra che ne ha analizzato i dati. La ricerca si basa su un sondaggio rappresentativo condotto nelle due settimane dopo la votazione e ha interessato 1.511 persone aventi diritto di voto in tutta la Svizzera Ebbene, dai dati risulta che diversi fattori sono all’origine del successo. La mobilitazione delle persone che normalmente non si recano alle urne e hanno un basso livello di formazione e di reddito (meno di 3.000 franchi), categorie considerate svantaggiate da un punto di vista economico e sociale, hanno contribuito con l’80% di “sì” al successo dell’iniziativa. Inoltre tra gli elettori che si sono decisi tardi, si è registrata un’alta quota di “sì” e secondo i ricercatori, la loro netta approvazione potrebbe essere stata la dinamica decisiva per l’esito del voto. Dato che vale sia per la Svizzera tedesca sia per quella romanda, ma non per il Ticino, dove l’opinione era già maturata e consolidata dall’inizio.
Anche l’età ha avuto più del solito un ruolo rilevante: i giovani hanno “brillato” per assenteismo, nonostante fossero propensi a respingere fortemente l’iniziativa. Solo il 17% degli elettori sotto i trent’anni ha partecipato al voto, a confronto degli oltre cinquantenni che si sono recati in massa con oltre il 70%. Un altro dato che emerge dallo studio è la consapevolezza del 90% di chi ha votato “sì” di mettere in pericolo gli accordi bilaterali con l’Unione europea (Ue). In contrasto con i contrari all’iniziativa, per i quali l’argomento cruciale erano state le riflessioni sui problemi economici, i favorevoli si erano detti pronti a prendere in considerazione una possibile rescissione degli accordi.
Diversi sono anche i motivi che hanno fatto pendere l’ago della bilancia dalla parte del “sì”. L’atteggiamento nei confronti degli stranieri è stato il motivo principale dei votanti a favore dell’iniziativa. Per il 34% in Svizzera ci sono troppi stranieri, mentre nel 17% c’è la volontà di limitare e controllare l’immigrazione e nel 11% hanno prevalso motivi economici, come la disoccupazione e il dumping salariale. Oltre alla paura della criminalità crescente e dei problemi di abitazioni e trasporti (10%), la votazione del 9 febbraio è da valutare come un voto di protesta (11%), che viene correlato con la fiducia nel governo. Non sorprende dunque il fatto, che la fiducia abbia influenzato il voto: l’80% di chi diffida dell’esecutivo ha approvato, mentre il 75% di coloro che si fida ha messo un “no” nell’urna.
In ultimo l’analisi VOX rivela che l’importanza dell’iniziativa sull’immigrazione di massa è stata considerata molta elevata dagli interpellati, più rilevante perfino delle votazioni sull’estensione della libera circolazione nel 2005 e 2009, l’adesione a Schengen/Dublino nel 2005 e l’iniziativa sull’espulsione dei criminali stranieri nel 2010.