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22 November 2024
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STORIE di Gianni Farina

Per l’Italia e per rilanciare l’unità politica delle forze di progresso europee

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La sfida per una nuova guida del partito democratico

Fabiano, detto Fabo, è tornato alla sua chiesa. Una grande folla gli ha reso l’onore dell’ultimo saluto. La casa di Francesco, bontà della misericordia.
Pochi giorni fa, mentre l’areo sorvolava le alpi che tracciano il confine tra le due nazioni, forse, 10.000 più sotto, lui andava verso il nord. Avrei voluto essere in macchina con lui.
Avrei voluto parlare a Fabiano in viaggio verso Zurigo e quel centro “dignitas” che è molto più di una parola.
Cercare nel suo sguardo il sentimento più profondo che ha portato lui a difendere la propria dignità di uomo colpito dalla sventura, lontano dalla casa dei suoi affetti più intimi. E scusarmi, ricordando il nonno di tanti anni fa che tiene la mano della madre dei suoi undici figli e raccomanda al medico accorso: non la faccia soffrire troppo.  Scusarmi per i ritardi di un parlamento che non ha saputo rispondere all’appello delle persone, ogniqualvolta si trovano di fronte a scelte di straordinaria valenza etica e morale.
E avrei voluto essere lassù, a Londra, nel palazzo delle istituzioni della City, ove i Lords, già diretti rappresentanti  della regina, hanno solennemente riaffermato il diritto dei cittadini europei a viaggiare e vivere ovunque portando il proprio sapere e la cultura europeista della pari dignità delle diversità.
I Lords del dopo Brexit, molto più saggi degli eletti alla camera dei comuni, voltagabbana oramai attratti dal vento populista e divisivo che imperversa sul continente. Due fatti. Due notizie per riaffermare la certezza che un altro mondo è possibile. Che nulla è perduto.
Grazie, Gianni. E grazie a voi. A noi, per questa bella mattinata romana. E grazie ad Andrea che è con noi in un giorno così importante.
È la crisi in atto che ci porta alla cultura dell’ognuno per se a detrimento della costruzione politica dell’Europa per le future generazioni. L’Europa mostra grandi crepe di deterioramento proprio nel periodo in cui maggiore è l’ineluttabilità della sua unità tra eguali per fronteggiare i falchi che stanno all’est e all’ovest, pronti a dividerne le spoglie.
Gli europei pensano, sovente e a torto, che il loro avvenire sta alle loro spalle. Non c’è che l’oggi in tanti di loro.
Come siamo potuti arrivare a ciò, a chiuderci in noi stessi, a considerare la libertà individuale come la sola atta a costruire il nostro avvenire a detrimento dei valori umani universali:
l’ eguaglianza, la fratellanza, l’attenzione a chi meno ha, alle sue disgrazie, al destino che lo aspetta, alle migliaia che affrontano il mare, a cui manca solo la valigia di cartone per assomigliare ai milioni dell’ esodo di massa del dopo guerra italiano verso le terre d’Europa e del mondo.
L’assunzione della libertà individuale a idolatria, il tratto della cultura dominante in tanta parte del nostro continente.
Persino l’apologia della slealtà verso il prossimo.
È venuto a mancare un pensiero forte, una visione, un disegno, un progetto di lungo termine come espressione di un sentimento di lealtà collettivo verso le future generazioni.
L’ho pensato e scritto già in passato: combattere la tirannia dell’istante quotidiano, sfidare una presunta e provvisoria impopolarità a favore di azioni utili al progresso generale, saper inventare nuove idealità del vivere assieme con lo sguardo rivolto alle nuove generazioni, ai loro bisogni, è uno degli obiettivi per cui sinistra democratica è nata e si è organizzata come componente essenziale del partito democratico: per difendere i valori dell’incontro dei riformismi e il  patrimonio pluralista  dell’Italia repubblicana.
Milioni di cittadine e cittadini, elettori democratici, indicheranno il prescelto a guidare il Partito in una delle fasi più drammatiche della nostra storia e nel marasma europeo, ove sembra spento il pensiero visionario dei suoi fondatori: Jean Monnet, Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Altiero Spinelli, il grande europeista, autore, con Ernesto Rossi, del “Manifesto di Ventotene”.
A noi, che non abbiamo perso la volontà e il diritto a sognare, e per questo ci siamo organizzati, ad Andrea, il candidato alla guida del partito democratico, l’augurio che viene dall’Europa. Da tanti milioni di cittadini a cui non è mai venuto meno il coraggio delle scelte. Sempre dalla parte di chi crede in un futuro di progresso e rinnovamento, politico e morale, della nazione.

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