L’Italia sarebbe potuto essere il primo Stato membro dell’Ue a subire una procedura d’infrazione per debito eccessivo
Regolata dall’articolo 126 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, la procedura d’infrazione è stato un cruccio assillante per il Governo italiano che dal 2018 ha rischiato di essere il primo Stato membro dell’Ue a poterlo subire. Cosa è la procedura d’infrazione? È un duro procedimento che l’Ue prende in considerazione quando un Paese membro non rispetta due requisiti fondamentali: il deficit di bilancio sotto il 3% e il debito pubblico non oltre il 60% del Pil. Perché l’Italia rischiava la procedura d’infrazione? Perché il deficit del Bel Paese si aggira attorno al 2,5% e il debito pubblico italiano ha al momento superato il 132% (peggio di noi solo la Grecia con il 181%). Per fortuna però l’Italia è riuscita a scongiurare il pericolo della procedura d’infrazione attraverso un pacchetto approvato il 1° di luglio scorso grazie al quale, annuncia in commissario Ue Moscovici, “la procedura per debito non è più giustificata”. Pierre Moscovici ha spiegato che l’Italia ha previsto la riduzione dello “scarto per il 2018, quello per il 2019 e ottenere garanzie sul bilancio 2020”. “Avviare una procedura non è mai stato nelle intenzioni di questa Commissione, né mia intenzione – ha aggiunto – obiettivo del Patto non è punire nessuno ma richiedere ai Paesi politiche di bilancio solide e sane”. E ha voluto assicurare che “non c’è alcun collegamento” con la partita delle nomine, che si è conclusa nel pomeriggio del 2 luglio. “Il nostro lavoro si basa sull’applicazione delle regole e noi siamo qui per applicare le regole dei trattati. Se sono rispettati bene, sennò dobbiamo procedere”, ha detto. L’Italia però è sotto osservazione, la Commissione europea, infatti, procederà ad una “attenta valutazione del progetto di legge di bilancio 2020”, oggi “le misure prese sono sufficienti per evitare la procedura, ma è chiaro che gli impegni su 2020 dovranno essere precisi e rispettati” ha detto ancora Moscovici.
Come l’Italia ha evitato la procedura d’infrazione?
Lunedì 1 luglio il Consiglio dei ministri ha deciso di approvare una serie di misure economiche per venire in contro alle richieste di correzione dei conti della Commissione europea in vista di un deficit eccessivo del Paese. Alla riunione però non erano presenti né il ministro del lavoro Luigi Di Maio, né il ministro dell’Interno Matteo Salvini che ha abbandonato l’aula non appena ha visto che il collega vicepremier era assente. Senza i due vicepremier si è giunti alla soluzione che per evitare la procedura di infrazione saranno impiegati 7,6 miliardi di euro tra risparmi, tagli e maggiori entrate.
Anche se non erano presenti alla riunione del 1° luglio dei Consigli dei ministri per approvare le misure economiche necessarie per scongiurare la procedura di infrazione, i due vicepremier hanno commentato positivamente la reazione della Commissione europea. “Voglio fare le mie congratulazioni al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per il lavoro svolto ai tavoli europei. È stata evitata una procedura di infrazione che sarebbe potuta ricadere sul Paese, per colpa del Pd” scrive Luigi Di Maio su Facebook, “l’Italia non la meritava” e questo annuncio della procedura d’infrazione evitata “rende giustizia all’Italia e a questo governo”.
“Lo stop alla procedura di infrazione? “Io ne ero certo, bene. Adesso chiederò al governo di accelerare sulla manovra per l’anno prossimo”, commenta il vicepremier e ministro Matteo Salvini “ovviamente con la flat tax che senza dubbio resta in campo”.
Per il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, però, la sfida “non è finita. A questo punto dobbiamo concentrare gli sforzi per proseguire su questa strada virtuosa che ci consenta di aumentare il nostro potenziale di crescita grazie a una spinta a investimenti, produttività e competitività del nostro sistema-paese”. La decisione della Commissione Ue “corona un intenso lavoro di squadra volto a dimostrare, con dati e atti concreti, che non ne sussistevano i presupposti contabili, economici e giuridici”, scrive su Twitter il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, che definisce la scelta della Commissione Ue “molto positiva”.
Il risultato raggiunto “mi rende ottimista sulla strada che abbiamo intrapreso – commenta il premier Conte – I dati certificano la grande solidità della nostra economia, dei nostri fondamentali. I conti pubblici migliorano, il deficit è in calo, aumentano le entrate, diminuisce la disoccupazione. Anche la curva dello spread sembra affrontare un’importante fase di calo. Notizie che a volte sui media non trovano lo spazio che meritano”.
Dove verranno recuperati i soldi per evitare la procedura di infrazione?
Per dare la sicurezza ricercata dall’Europa, il Governo dovrà toccare i soldi non ancora utilizzati per reddito di cittadinanza e quota 100, soldi che il governo si è impegnato a tenere da parte senza spenderli per altri scopi.
Oltre che dall’assestamento del bilancio che ha prodotto una maggiore disponibilità per il governo, il rimanente del denaro necessario per raggiungere la cifra di 7,6 miliardi di euro, verrà ricavata dal decreto legge con cui il governo ha bloccato la destinazione dei circa 1,5 miliardi di euro che sono stati risparmiati dalle due misure simbolo del governo.
foto: Ansa