Grave il quadro della Coldiretti: migliaia di ettari di boschi distrutti e molti animali morti negli incendi
E’ allarme caldo, siccità e incendi: in virtù del calo delle precipitazioni che si attesta intorno al 53% e con le temperature massime di 3,2 gradi in più rispetto alla media stagionale, gli incendi si sono diffusi molto facilmente in molte aree della Penisola.
La Coldiretti, sulla base dei dati Isac Cnr, traccia un quadro davvero allarmante fatto di migliaia di ettari di boschi e campi coltivati andati distrutti a causa degli incendi causati dal mix esplosivo di temperature alle stelle e siccità dovuta alla diminuzione delle piogge. A tutto questo va aggiunta l’azione dei piromani che aggrava un quadro già decisamente allarmante di suo.
Quest’anno, ricorda la Coldiretti, abbiamo avuto la terza primavera più asciutta dal 1800, con precipitazioni in forte calo, circostanza che ha aggravato una situazione che ogni anno si ripete con conseguenze gravissime a livello ambientale. Oltre ai boschi e ai campi gli incendi hanno distrutto in alcune zone anche abitazioni e stalle e hanno causato la morte di molti animali. “Dalla Sicilia alla Calabria, dalla Toscana al Lazio, dalla Campania alla Sardegna gli incendi
hanno creato danni incalcolabili dal punto di vista ambientale e inciso sulla biodiversità, distruggendo ampie aree di bosco che sono i polmoni verdi del paese e concorrono ad assorbire l’anidride carbonica responsabile dei cambiamenti climatici.
Sono molte, infatti, le varietà di animali e vegetali andati perduti”, ricorda la Coldiretti che sottolinea il dato, spesso non adeguatamente considerato, che ogni ettaro di macchia mediterranea “è popolato in media da 400 animali tra mammiferi, uccelli e rettili, ma anche da una grande varietà di vegetali che a seguito degli incendi sono andate perse.
Nelle foreste andate a fuoco sono impedite per anni anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati”. Il bilancio più pesante, almeno fino ad adesso, si registra in Sicilia, con danni per milioni di euro tra animali morti, ettari di terreno per il foraggio andati letteralmente in fumo e strutture del tutto mdevastate. Qui a peggiorare la situazione anche il fatto che già dai mesi precedenti, fin da febbraio, le precipitazioni erano in netto calo, da meno 39% a febbraio a meno 53% a giugno, con un picco di meno 64% nel mese di marzo. Situazione molto drastica anche in Calabria e in Campania.
Se dovesse continuare a non piovere e le temperature non si abbasseranno, le conseguenze economiche saranno pesantissime anche per gli allevatori che hanno perso, o stanno perdendo, mais e foraggi seminati per mettere in deposito il fieno necessario ad alimentare il bestiame durante i prossimi mesi invernali. Saranno così costretti a comprarlo sul mercato con spese aggiuntive che finiranno per erodere i già esigui margini di reddito degli allevatori.
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foto: Ansa