A Firenze cala il sipario sulla 77esima edizione di Pitti Immagine Uomo e sulla quinta edizione di Pitti W Woman Precollection con un dato confortante: rispetto all’edizione dello scorso gennaio sono aumentati i compratori che sono entrati a visitare il salone alla Fortezza Da Basso. Una superficie di 59 mila metri quadri occupati da 765 aziende, 936 marchi in totale, dei quali 305 esteri (il 32,6%).
Molto bene Usa, Russia, Francia, Cina, Spagna, Turchia, Corea, Danimarca, Norvegia; un po’ in calo Germania, Giappone e Gran Bretagna.
Lusso e designer emergono dalle proposte delle precollezioni femminili, in mostra negli spazi della Dogana.
Tra queste, Carta e Costura suggeriscono un look sofisticato, denso di suggestioni cinematografiche. Alessandra Carta, anima creativa del marchio, e Stefano Fornari, lanciato dalle passerelle di Who’s on Next? 2007, hanno pensato a Pierre Cardin e a Claude Montana, creando abiti morbidi, con gonne ampie e colli a corolla in colori couture, come nero, cipria e grigio.
Presente anche il brand Giosa, prodotto nella Bottega del Coccodrillo, laboratorio con annesso negozio in Brera, nella vecchia Milano.
La tecnica di lavorazione del coccodrillo rappresenta per Giorgio Santamaria una storia di famiglia, iniziata negli anni ‘50. Le sue collezioni nascono nel rispetto dei canoni di lavorazione delle pelli più preziose, alleggerite e trasformate in borse morbide e capienti, colorate in marrone, ecru, nero, azzurro o rosso, con tracolla, a sacca, modello Kelly, hand-bag. Pezzo cult della collezione, il cappotto in coccodrillo con interni in cachemere: prezzo al pubblico 30 mila euro. Lo special guest alla quinta edizione di Pitti W-Woman Precollection è stato lo stravagante designer inglese Giles Deacon.
Designer di estro riconosciuto ormai in tutto il mondo, illustratore ironico, geniale maestro di accostamenti sperimentali ha sfilato – per non smentirsi – nella sede della famosa casa di creazione di porcellane, la Richard Ginori di Sesto Fiorentino. Le sue modelle, come bambole in maiolica, si sono mostrate in piedi su montagne di piatti rotti e circondate di tazzine dalla pregiata forma. Parrucche dai colori fluo in contrasto con abiti pratici dai colori sobri. Ancora una volta uno stile d’effetto dove i dettagli sono graffette da ufficio, bottoni e tenaglie attraverso cui si legge, pur dentro un look da donna in carriera, tutta l’essenza e la sensualità della femmina.
E poi Pitti Uomo con la prima sfilata di un grande nome della moda maschile come Corneliani. L’azienda mantovana, guest star dell’evento, ha presentato il cambiamento di stile più forte e marcato di tutte le collezioni presenti a Pitti Uomo. Spalle importanti, grandi revers, vita segnata e nuove morbidezze per i pantaloni.
Sergio Corneliani, art director dell’azienda mantovana, ha rivisitato lo stile degli anni Ottanta attraverso le nuove tecnologie, applicate ai tessuti naturali, al cachemire, ai bouclè, alle mischie di seta, alla maglieria, che ha addirittura aromatizzato, in alcuni casi, al the verde utilizzando le nanotecnologie.
Grande successo anche per le performance di due tra i designer più talentuosi della scena di domani: Umit Benan e Max Kibardin. Sono in pvc, trasparenti, affusolate, hanno le suole ricamate con figure erotiche stilizzate, di coppie lei-lui oppure lui-lui, intrecciate nell’atto di un amplesso: sono le scarpe condom del russo Kibardin.
A parte le provocazioni, le creazioni di Kibardin sono anche scarpe di lusso in camoscio marrone, coccodrillo verde o morbida nappa, con forme allungate e di gran classe e si affiancano a curiosi zoccoli olandesi, in cavallino stampato a macchia di mucca, perché l’ispirazione è il glam tirolese.
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