L’espressione post-verità descrive l’atteggiamento non solo di chi dice il falso, ma di chi considera alla stregua di un optional, la differenza tra ciò che è vero e ciò che non lo è, spacciando indifferentemente argomenti sensati o meno senza darsi pena di consentire una verifica, ma solo per opportunismo. In questo approccio per identificare le idee che definiscono lo spettro di accettabilità di politiche governative, la verità è irrilevante. Esistono solo interpretazioni, direbbe Nietzsche, che accettava la profonda solitudine di chi non si piega alla diffusa morale corrotta. È passato un anno dall’inizio dell’operazione militare speciale russa in Ucraina – non della guerra, iniziata nel 2014. Per chi si informa unicamente dei mass media occidentali, potrebbe aver acquisito la falsa percezione di un mondo schierato compattamente contro la Russia, definita “aggressore”, e in difesa dell’Ucraina, “aggredita”. La realtà del mondo, per chi fa uso delle post-verità è distorta, e il mio sforzo sarà di orientare la mia dialettica verso la critica alle tendenze guerrafondaie e post-liberali in atto da parte del blocco atlantista, diffusore della libertà e democrazia (a volte armata), sapendo che lo stupore in filosofia non può mai dirsi soddisfatto.
Tutto quello che c’era da dire sulla situazione attuale è stato già detto, da fonti molto più autorevoli e attendibili del sottoscritto. Le mie analisi per inciso, proprio in questi anni sono state in gran parte corroborate dai temi da me proposti: Pandemia, conflitto in Ucraina, abolizione del contante, fluidità di genere e della relativizzazione dei valori, controllo e profilazione delle masse, diffamazione del dissenso, sdoganamento della censura. Mass media usati come strumento di propaganda pervasiva, utilizzo degli influencer fabbricati in provetta, ONG create ad hoc come strumento di soft power, condizionamento dei giovani e innesco del conflitto generazionale per finire con il passaggio di consegne dai governi nazionali alle istituzioni e agli organismi sovranazionali. Insomma, tutto e il contrario di tutto, con un misero 10% di scettici etichettati come complottisti e diffusori di fake-news. Nel film “Don’t look up” i dissidenti vengono ignorati e costretti al silenzio, mentre la cometa si avvicina pericolosamente e la campagna negazionista guidata dalla stessa presidente conia lo slogan “don’t look up”, non guardate in alto. Dopo avere compreso la manipolazione del servizio pubblico e dei giornaloni, e varie “favole belle” che si susseguono (armi per la pace, passaporti sanitari per la libertà, auto elettriche per salvare il pianeta e divieto dei contanti contro l’evasione fiscale), molti si sono “evoluti”, a entità naviganti in rete, in cerca di verità e amicizie da condividere per stimolare un dialogo e unirci. Ma un sempre più diffuso analfabetismo funzionale, che si erige a muro, rende la mia narrazione impervia nella comprensione e diffusione. Sulla falsariga di queste mie premesse, l’amministrazione democratica USA si vuole presentare alle elezioni del 2024 con il vanto (da verificare) di aver difeso l’Ucraina, mettendo l’Europa di fronte alla Russia secondo il principio del “divide et impera” per assicurarsi il potere. Depotenziando di fatto la Russia e assoggettando l’Europa ai propri interessi, in vista del confronto strategico, economico e militare con la Cina. La speranza imperiale non è di sconfiggere militarmente la Russia, ma di rimanere in piedi senza crollare sotto il peso dei propri debiti e del multipolarismo che si sta affermando nel resto del pianeta, sempre meno soggetto dell’egemonia angloamericana-europea. Per la Gran Bretagna è il mezzo per frantumare la coesione europea ed esercitare la leadership in tutto il Nord a partire dalla Polonia fino al Baltico, alla Scandinavia e all’artico. Per la Germania è la rinuncia a un qualsiasi ruolo di leadership europea, avendo poi un (Die Grünen), nato dal movimento pacifista e che aveva come bandiera la tutela dell’ambiente ora diventato il partito della guerra. Per l’Italia è la conferma della vocazione alla resa incondizionata, nonostante il guaito della Meloni in pellegrinaggio dal comico di Kiev che ribadisce il sostegno dell’Italia al popolo ucraino. “Al cospetto del mondo l’Ucraina ha già vinto la sua battaglia per affermare la sua identità”. La Svizzera smentendo la sua democrazia diretta e supposta neutralità, si è giocate entrambe le carte per volere di oscuri interessi, aderendo alle sanzioni dell’UE. Una svolta storica, che interrompe di fatto la storica neutralità del Paese elvetico, mantenuta persino ai tempi del nazismo. Il colpo di grazia alla neutralità ormai giocata è la notizia, che la Svizzera non esproprierà i 7,5 miliardi di franchi russi bloccati per le sanzioni. Tutto ciò è anticostituzionale, per non chiamarlo furto, e avrà forti ripercussioni di capitali già oggi in fuga verso paesi non assoggettati all’impero del dollaro e quindi a possibili sanzioni, nel caso di disobbedienza allo zio Tom, di cui la Svizzera è una bandierina aggiuntasi alle colonie USA sparse nel mondo. La decisione USA di prolungare la guerra finanziandola, evitando ogni proposta di pace e della UE di continuare a inviare armi (svuotando gli arsenali e facendo aumentare le spese militari) e decretare ulteriori sanzioni, oltre a inaugurare tanti nuovi cimiteri, nuoce all’economia dei paesi UE, mentre avvantaggia l’economia americana e ingrassa le sue fabbriche d’armi. Il noto giornalista investigativo statunitense Seymour Hersh dichiara nel suo rapporto, che gli Stati Uniti hanno fatto saltare in aria gli oleodotti Nord Stream, tramite la CIA in collaborazione con la Norvegia. Mentre la Germania e la Norvegia mantengono segrete le loro inchieste sull’atto terroristico made in USA di distruggere l’infrastruttura energetica dei suoi partner strategici europea. Di fronte a questo atto di terrorismo, l’Ue ha chinato il capo e anziché sciogliere qualsiasi legame con Washington ha dichiarato guerra a Mosca. Perché le decisioni militari che comportano il pericolo di una guerra nucleare sul territorio europeo, sono prese esclusivamente dagli Stati Uniti e gli europei non hanno voce in capitolo? Dovremmo preoccuparci fondamentale di liberarci dalla tutela statunitense e non di un’invasione della Russia. Intanto grazie alla resistenza ucraina voluta dai fiumi di armamenti inviati, piove fuoco e si accumulano cadaveri ai confini orientali della vecchia Europa e circa 15 milioni di rifugiati ucraini sono in fuga. Dopo l’entusiasmo iniziale, i primi segnali di cedimento di alcuni paesi, non più disposti né all’invio di nuove armi, per avere il proprio arsenale svuotato, né per aiutare i profughi ucraini si sentono. In Svizzera con oltre un miliardo di franchi di soldi pubblici calcolati in 24 mesi si è aperto un dibattito politico. Ma in fondo, all’Occidente interessa l’Ucraina solo per quel tanto che serve ai propri interessi, che sono altri dalle pretese di Kiev di arrivare a una vittoria totale su Mosca. L’Ucraina un cadavere che, al momento, viene ancora fatto camminare in vista di piani più estesi. Nelle allegorie evangeliche di Luca si legge: “egli disse loro: Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi”. A fine 2022 il ceo di BlackRock, Larry Fink, ha incontrato in una videoconferenza il presidente ucraino Zelensky per discutere sul progetto di incanalare gli investimenti per la ricostruzione. In base a stime della World Bank, la ricostruzione potrebbe costare circa 350 miliardi di dollari. Altri calcoli portano invece il conto a 1.000 miliardi. La Meloni ha parlato di un Piano Marshall per l’Ucraina. “Dobbiamo fare per Kiev quel che gli Stati Uniti hanno fatto nel dopoguerra per noi. È la vera sfida della libertà e del benessere nel nostro Continente”. Intanto il Ministero della verità come unico volto dello Stato, a cui si accoda la reazione scomposta tra chi si stringe attorno ai responsabili, colpevoli della catastrofe stessa. Chi tenta invano di denunciarne la responsabilità e chi diserta ritirandosi nel proprio guscio, oppure applaudendo alla letterina del nazi-golpista di Kiev Zelensky, letta da Amadeus nell’evento musicale della città dei fiori di Sanremo, in cui l’industria dello spettacolo ha assunto il ruolo guida della propaganda nazionalpopolare.
Dopo questa introduzione nella nostra realtà nichilista, in cui i valori supremi si svalutano, mancando lo scopo e la risposta ai perché, smentirò ciò che il fracasso dei grandi commedianti e il ronzio di mosche velenose riempiono il mercato (degli affari), mentre loro i buffoni solenni, fanno ammiccare il popolo che li considera grandi uomini meritevoli di fiducia. Ecco la cronistoria compressa dei principali avvenimenti, andando a ritroso dai fatti più recenti fino allo scoppio della guerra.
Eziologia della guerra in Ucraina Come conseguenza dell’espansione a Est della NATO, e della volontà statunitense di creare un bastione militare occidentale alla frontiera russa, integrando l’Ucraina nella NATO, la Federazione russa dichiarò assolutamente inaccettabile sin dal Summit NATO di Bucarest 2008, in cui venne annunciata l’intenzione di integrare nell’Alleanza Atlantica Georgia e Ucraina. Nel 2014 gli USA orchestrarono un colpo di Stato in Ucraina (rivoluzione colorata), costringendo il presidente filorusso Viktor Yanukovich a lasciare la carica. Tre mesi dopo il colpo di stato di Kiev, e il miliardario americano George Soros ha rivelato a Fareed Zakaria della CNN di essere responsabile della creazione di una fondazione in Ucraina che ha contribuito al golpe contro il presidente in carica e all’insediamento di una giunta sostenuta dagli Stati Uniti. Nel 2014 la Federazione russa si annette la Crimea, dopo che Il 93% degli elettori ha votato per l’annessione. Nel 2021 significativa accelerazione del processo di integrazione de facto dell’Ucraina nella NATO, con importanti forniture di armamenti e grandi esercitazioni militari in comune.
Prima fase della guerra (dal 24 febbraio alla primavera 2022) Con un discorso in diretta TV, il 24 febbraio 2022 la Russia di Putin ha dichiarato guerra all’Ucraina proclamando di non avere nessuna intenzione “di occupare i territori ucraini” ma di aver lanciato un’operazione speciale per difendere le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk dall‘aggressione ucraina. L’obiettivo finale dell’operazione è proteggere le persone che sono state sottoposte per otto anni al genocidio del regime di Kiev, aggiungendo che Mosca intraprenderà una smilitarizzazione e denazificazione dell’Ucraina, e consegnerà alla giustizia coloro che hanno commesso numerose atrocità contro i civili.
Escalation militare russa Schierando nel dicembre 2021 alla frontiera ucraina un contingente militare pronto all’intervento la Federazione russa, propone agli USA una soluzione diplomatica, sotto forma di bozza di trattato resa pubblica, in cui le principali richieste russe sono: Ucraina neutrale e applicazione effettuale degli accordi di Minsk per la tutela delle popolazioni russofone del Donbass. Gli Stati Uniti ritengono la proposta insoddisfacente, ignorandola e ricorrendo alla “strategic ambiguity”.
Invasione dell’Ucraina Il 24 febbraio 2022 la Federazione russa interviene militarmente in Ucraina, con un contingente militare di circa 180-200.000 uomini, in condizioni di inferiorità numerica di 3:1 circa rispetto all’esercito ucraino. L’azione militare russa evita accuratamente di coinvolgere i civili, non tocca le infrastrutture a doppio uso civile e militare e si configura insomma come “diplomazia armata”. Dal canto suo Zelensky ha impedito a tutti i cittadini maschi dai 18 ai 60 anni di lasciare l’Ucraina.
Trattativa diplomatica Pare che la “diplomazia armata” russa possa avere successo: tra il 24 febbraio e la fine di marzo si tengono sette incontri diplomatici tra Russia e Ucraina, e a fine marzo il presidente Zelensky dichiara ufficialmente ai media russi indipendenti di essere pronto a trattare la neutralità dell’Ucraina e la soluzione del problema delle popolazioni russofone del Donbass.
Ma il 7 aprile 2022 il Premier britannico Boris Johnson in una visita al presidente ucraino, dichiara ufficialmente che “L’Ucraina ha rovesciato i pronostici e respinto le forze russe alle porte di Kiev, realizzando il più grande fatto d’armi del 21° secolo “. Da quel momento in poi, cessa ogni rapporto diplomatico tra Ucraina e Federazione russa. La “diplomazia armata” russa è fallita. Gli asseriti orrori di Bucha furono una messinscena creata ad arte per rendere impossibile il negoziato. Nei primi giorni di guerra, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno “bloccato” la mediazione tra Russia e Ucraina ad opera di Naftali Bennet che stava portando frutti. La guerra poteva finire subito, con un bilancio di un migliaio di morti, forse meno, e con l’Ucraina in possesso di una parte dei territori oggi occupati dai russi, che probabilmente rimarranno sotto il controllo di Mosca a titolo definitivo. Milioni di sfollati, centinaia di migliaia di morti, un Paese totalmente devastato, tutto per punire Putin e indebolire la Russia. Per tutti i dettagli e trasparenza la risposta dell’UE all’invasione russa dell’Ucraina il link del consiglio europeo.
Termina per mancanza di spazio consentito, questa prima parte della mia narrazione ad ‘un anno dal conflitto Russia-Nato. In questi giorni di anniversario del conflitto, abbiamo avuto un confronto sulla narrazione imposta dal mainstream e le altre divergenti. Spetta ad ‘ognuno di noi valutare socraticamente utilizzando l’arma del dubbio e manovrando abilmente la tecnica della confutazione, mostrando a chi ci sta di fronte l’inconsistenza delle sue persuasioni. Secoli di predominio mondiale hanno forgiato nell’Occidente una presunzione illimitata di grandezza e superiorità, favorendo l’errore fatale di sottovalutazione degli altri popoli. Oggi, armi e tecnologia non sono più ad esclusivo appannaggio dell’Occidente, inoltre la demografia ci vede soccombenti. Ma la alterigia dei nostri demiurghi è tale da renderli ciechi e folli, mentre soffiano sul fuoco della terza guerra mondiale. Chiudo con le parole del filosofo: „L’uomo è l’animale più crudele. Mai egli si è sentito così bene sulla terra come assistendo a tragedie, a corride e a crocifissioni, e quando si è inventato l’inferno, ecco che esso è diventato il suo paradiso in terra“.
Mario Pluchino
Le lettere nella rubrica “Scrive chi legge” riflettono l’opinione dell’autore e non necessariamente il parere della redazione. Gli articoli impegnano solo la responsabilità degli autori.