Nei prossimi 10 anni oltre il 60% dei medici di famiglia che esercitano attualmente in Svizzera cesseranno l’attività: la penuria di generalisti, riscontrata già oggi, si acuirà quindi e nel 2025 ne mancheranno oltre 4000. Lo riferisce l’ats informando sulla conferenza stampa dell’associazione Medici di famiglia e dell’infanzia mfe che si è tenuta la scorsa settimana a Berna. Le cifre si basano su uno studio del centro universitario per la medicina di base di Basilea Città e Basilea Campagna condotto per conto di mfe ogni cinque anni.
“Già attualmente mancano più di 2000 medici di famiglia (posti a tempo pieno) per avere la copertura raccomandata di un generalista per 1000 abitanti. Più di 4000 nuovi dottori saranno necessari entro 10 anni. Se inoltre so considera lo sviluppo demografico e supponendo che il 20% degli studenti di medicina decideranno di fare il medico di famiglia, ci sarà da coprire una lacuna del 60%, ovvero 5’000 medici di famiglia a tempo pieno”, si legge nel comunicato di mfe.
Per porre rimedio a tale penuria, occorrono misure urgenti a livello di formazione nonché una collaborazione interdisciplinare, sostiene mfe. A lungo termine si devono formare nettamente più medici, un punto questo sul quale i responsabili politici e la società sembrano in linea di principio d’accordo. Il Consiglio federale è pronto a investire 100 milioni di franchi per la creazione di 200-250 posti di studi supplementari in medicina. Questo è quanto rivela l’ats.
L’Associazione inoltre chiede che questo denaro venga utilizzato principalmente per la formazione di medici di base e non per la ricerca clinica e le tecniche mediche. Non basta formare più medici occorre che siano “quelli giusti”.
“Invece di continuare a produrre nuovi specialisti, dovremmo creare le condizioni che rendano un futuro attrattivo nella medicina di base per giovani medici motivati”, secondo François Héritier, vicepresidente di mfe e copresidente della Società svizzera di medicina interna generale (SSGIM). Per assicurare le cure di base, bisogna trovare a corto termine una soluzione pragmatica e interdisciplinare che sia in grado di creare nuove prospettive a lungo termine, viene sottolineato.
Per esempio converrebbe dare maggiori competenze ad assistenti e infermieri e valutare nuove forme di collaborazione nelle cure ambulatoriali, propone infine mfe.
Articolo precedente
Prossimo articolo
Ti potrebbe interessare anche...
- Commenti
- Commenti su facebook