Dalla grande attesa per la presentazione alle prime polemiche. “L’ultima volta che c’era stata tanta emozione per una tavoletta, c’erano dei comandamenti scritti sopra”, aveva detto Steve Jobs, Amministratore delegato della Apple, presentando l’iPad alla Yerba Buena Theatre di San Francisco.
L’ultima creazione della Apple, una via di mezzo tra un portatile e uno smartphone, è un tablet pc con uno schermo touchscreen da 9,7 pollici, spesso meno di 1,3 centimetri e meno di 700 grammi di peso. La memoria va da 16 a 64 giga a seconda delle versioni e le batterie hanno un’autonomia di 10 ore in funzionamento e di un mese in stand-by. La versione base, quella da 16 giga, sarà distribuita in tutto il mondo a marzo. Nessuna notizia, però, sul prezzo del prodotto in Europa, nonostante le indiscrezioni circolate in Rete sulla possibile corrispondenza tra il costo in dollari e quello in euro.
In Usa il prezzo del modello base sarà di 499 dollari; l’iPad da 32 giga costerà 599 dollari, mentre quello da 64 giga 699 dollari. Tutti i modelli hanno una connessione alla rete tramite WiFi. Per la versione WiFi + 3G dell’iPad, che andrà dai 629 agli 829 dollari, si dovrà invece aspettare sino ad aprile per gli Stati Uniti e “in un numero selezionato di nazioni”.
L’iPad supporterà tutte le oltre 140mila applicazioni già disponibili sull’App Store, ma include 12 innovative applicazioni progettate appositamente: tra queste, particolarmente interessante anche per la rivalità con Amazon, è l’iBookstore, una libreria di testi digitali in stile iTunes. Anche questa nuova applicazione sarà disponibile da fine marzo, cioè con la commercializzazione della versione base.
Videogiochi, ebook, internet, video: secondo i commenti più diffusi, l’iPad ha talmente tante funzionalità da non riuscire a svilupparne bene nemmeno una. E sul web tra le speculazioni post-presentazione non manca una certa delusione per l’assenza del telefono e della fotocamera.
Il tablet pc della “mela” si candida a competere nel mondo delle console portatili con la Dsi di Nintendo e la PlayStation Portable di Sony. Jobs ha portato sul palco dello Yerba gli editori di Electronic Arts, colosso del settore, e la Gameloft, uno dei più prolifici sviluppatori di giochi anche per iPhone. Ma le rivali giapponesi non sembrano preoccuparsi. L’iPad “è un grande iPod Touch, non mi ha affatto sorpreso”, è stato il secco commento del presidente di Nintendo, Satoru Iwata.
“L’entrata di Apple nel settore dei giochi portatili, avvenuta con l’iPhone, è stata positiva per Sony. Quando gli utenti vogliono una console più ricca iniziano a giocare con la Psp”, ha detto John Koller della Sony. Apple non ha nascosto le sue mire sul mercato dei libri digitali: ha svelato il negozio virtuale iBook e ha già stretto accordi con varie case editrici.
Il primo libro mostrato nella presentazione dell’iPad è “True Compass”, il libro di memorie di Ted Kennedy, in vendita su iBooks Store a 14,99 dollari. Per l’amministratore delegato della Penguin, John Makinson, “rendere i nostri libri disponibili su questo store ci consentirà di raggiungere nuovi lettori”. Il tablet della Mela non è il miglior dispositivo per leggere: pesa il triplo ed è il 30% più spesso di un e-reader, devi tenerlo con due mani, lo schermo è retroilluminato ed è troppo costoso perché ogni membro di una famiglia ne abbia uno”, ha commentato Russ Wilcox, amministratore delegato della E-Ink, società che produce i display per il Kindle, il reader di Sony e il Nook di Barnes & Noble. Il problema più grande, però, potrebbe essere sul fronte dei video online.
Come l’iPhone, l’iPad non supporta la tecnologia Flash. I filmati di Youtube si potranno vedere grazie a un’applicazione dedicata, ma la mancanza del supporto a Flash non consentirà di accedere ai contenuti degli infiniti altri siti che offrono video. Dura, a questo proposito, la reazione di Adobe Systems, creatrice di Flash, che sul suo blog ha scritto: “Apple sui suoi dispositivi continua a imporre restrizioni che limitano sia i consumatori, sia gli editori di contenuti”. Oltre alle critiche, pochi giorni dopo la presentazione, arrivano da Cina e Giappone anche le prime polemiche legate al brevetto. Alcune aziende rivendicano infatti non solo la paternità dell’invenzione, ma anche il nome. L’ultima in ordine di tempo un’azienda cinese, la Shenzhen Great Loong Brother Industrial, ideatrice di P88, un prodotto molto simile al nuovo tablet presentato da Steve Jobs a San Francisco, in vendita sugli scaffali cinesi da sei mesi.
“Noi l’abbiamo fatto prima di loro. Non capiamo perché la Apple produce le nostre stesse cose”, ha detto il responsabile dell’azienda, Huang Xiaofang, mentre i suoi ideatori sostengono che il P88 è stato presentato l’anno scorso a Berlino in una fiera internazionale dell’elettronica.
Dalla Cina al Giappone, dove la Fujitsu ha rivendicato di aver chiamato iPad un dispositivo palmare con schermo touch lanciato nel 2002. Quello del Sol Levante è però un palmare usato prevalentemente negli Stati Uniti dai commessi per controllare i prezzi, verificare e aggiornare la disponibilità delle merci.
A complicare le cose a Steve Jobs, si è messo anche il Financial Times che ha sottolineato come il nome iPad sia stato registrato in Europa già nel 2000 da StMicroelectronics, per una sua tecnologia di semiconduttori in Europa, che lo sta utilizzando ormai da dieci anni.
Nonostante le numerose critiche, secondo gli esperti, l’iPad sarà probabilmente il dispositivo elettronico best seller del 2010, perché è il dispositivo portatile giusto per l’uso quotidiano.