Dopo essere stato catturato, Igor il russo ha ammesso tutte le sue colpe e si è chiuso in un silenzio solitario
La sua lunga fuga lo ha portato fino in Spagna dove, una volta catturato il 15 dicembre scorso al termine di un conflitto a fuoco con la Guardia Civil, Nobert Feher, il killer noto come Igor il Russo, ha deciso di confessare tutto davanti ai giudici durante l’interrogatorio in videoconferenza nel tribunale di Alcaniz (Teruel), nel sud dell’Aragona. Secondo quanto riportano i media spagnoli, Igor, ascoltato per cinque ore, ha ammesso i tre omicidi compiuti in Spagna di due agenti della Guardia Civil, Victor Romero e Victor Gesù Caballero, e di un allevatore di bestiame, Josè Luis Iranzo, in una sparatoria avvenuta tra i comuni di Albalate e Andorra. Il serbo ha detto alla giudice Carmen Lamela della Audiencia Nacional di essere in Spagna da settembre e di non avere un lavoro. Inoltre, per sfuggire alla giustizia il presunto killer di Budrio si è servito di tanti alias. “Ho usato 18 diverse identità in 8 paesi”.
Feher rimarrà comunque in Spagna fino a quando non saranno accertate le sue responsabilità in quel Paese, ma ha anche accettato di essere estradato in Italia per essere processato per i crimini dei quali è accusato: l’omicidio di Davide Fabbri, il barista di Budrio (Bologna), ucciso lo scorso 1 aprile durante un tentativo di rapina; l’omicidio di Valerio Verri, la guardia ecologica volontaria freddata nelle campagne del Mezzano (Ferrara) sette giorni dopo, durante la sua attività di anti-bracconaggio. È sospettato anche dell’omicidio del metronotte Salvatore Chianese, ucciso il 30 dicembre 2015, davanti a una cava tra Fosso Ghiaia e Savio, nel ravennate.
L’Audiencia Nacional ha spiegato che Feher verrà processato in Spagna per i tre omicidi compiuti a Albalate e Andorra e che le autorità italiane potranno chiederne l’estradizione temporanea per celebrare il processo a suo carico, per poi ritrasferirlo in Spagna per scontare la sua pena. Così, dopo aver confessato tutto, dallo scorso 20 dicembre il killer di Budrio vive confinato in una cella di massima sicurezza nel penitenziario di Zuera (Saragozza), dopo aver trascorso un breve periodo, appena tre giorni, nel carcere di Teruel. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo ‘Heraldo de Aragon’, che cita fonti della polizia penitenziaria, da quando è arrivato, Feher non avrebbe mostrato alcun interesse nel socializzare con gli altri detenuti. Non ha neanche chiesto di fare una telefonata all’avvocato o ai familiari. Non parla con nessuno, resta chiuso in cella, e salta persino l’ora d’aria in cortile. In compenso, però, ha chiesto di tenere con sé una copia della Bibbia. Nel super carcere di Zuera a Saragozza, durante il giorno, Feher viene controllato a vista 24 ore su 24 da quattro funzionari con i quali non ha mai nessun contatto.
Capisce perfettamente lo spagnolo ed è persino in grado di parlarlo, ma preferisce il silenzio. Tutto ciò che ha chiesto è una copia della Bibbia da poter leggere in cella. Da quando è arrivato nel penitenziario Feher non ha mai messo il naso fuori dalla cella. Nella sua stanza, dove mangia tre volte al giorno, possono entrare i libri presi in prestito dalla biblioteca e gli è concessa anche una televisione. La porta d’ingresso alla cella è in metallo e si chiude dal posto di guardia. Nella stanza di Feher si trova un letto, fissato alla parete, con un materasso di spugna, il wc, un lavabo, uno specchio di plastica attaccato alla parete e alcune mensole. Unica fonte di luce è una finestra apribile, che è protetta dalle sbarre. Feher è inoltre sorvegliato tramite uno spioncino in vetro blindato. Fonti del carcere riferiscono che “non parla per nulla e si è mostrato imprevedibile”.
foto: Ansa