I padri sono messi alla forca da leggi costituite dalla immorale falsità che la donna è ministro dell’amore sui figli. La natura che detta la regola che la gestazione è possesso di scontata certezza alla quale il legame madre e figlio sono inevitabilmente legati dal filo della vita, e i padri? Da cosa sono legati? Se la madre è la terra dove l’albero spunta i padri sono il seme, l’innesco affinché tutto ciò avviene. Ma chi li tutela? Davvero si può pensare che un padre non sia capace di amare come una madre? E chi può dirlo? Un testo giuridico? O le parole di una donna?
I padri sono sempre messi in seconda fila, asfaltati da regole non conformi con le leggi dei sentimenti. Vengono umiliati nei tribunali, violentati dal dolore al quale le madri si affacciano soggiogate da questo imparziale giudizio.
A tutti i padri separati che lottano per vedere in egual tempo i figli, propongo una lunghissima riunione. Chi vuole affiancarsi a me per delineare questo vincolo giuridico aleatorio che, ci denigra e ci fa partire come perdenti, come gli esseri cosiddetti inferiori, buoni alla parcella onerosa, io vi invito a scrivermi. Di essere alleati non contro le donne, ma contro un sistema fallimentare dove di parità non c’è assolutamente nulla. Se qualcuno li chiama diritti, allora devono essere divisi per 2.
Giuseppe Elmo
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