I social network sono ghetti, dove la gente in qualche modo si rinchiude e vende se stesso.
Questa è la storia del nuovo mondo, quello che fa fatica a nascondersi dietro il volto della luna, perché oggi più che mai il cielo lo guardano in pochi! Chi si preoccupa di raccontare i propri segreti agli occhi buffi della luna?
Con gli anni duemila arrivano un ondata di cose nuove, come l’elettronica: cose di ogni genere. Così facendo si fa in fretta a mettere da parte il rumore meccanico delle cose; quello che ti permetteva di compiere un gesto, rendendo tutto più umano, più vero.
Ma la storia ha dei cicli imprevedibili, e mentre si pensa che si stia andando avanti, invece si resta fermi, aspettando un altro “giro” del fenomeno umano.
Con l’avvento degli smartphone ed il loro alter ego che sono i social network la gente ha dimostrato di quando si sentisse sola e con la voglia di esternare la propria vita: Facebook ne è la prova più tangibile, dimostrando di come ogni parte per pianeta subito ha sentito il bisogno di collegarsi a questa “nazione” realmente irreale.
I piccoli gesti che prima erano segreti da custodire come qualcosa di realmente prezioso, ora sono agli occhi di tutti. Ad ogni passo che si fa si viene aggiornati, per ogni evento la gente sente il dovere di fare gli auguri o cosa più grave di fare le condoglianze attraverso un inutile vetro inanimato.
Dov’è finita l’arte? Dove dorme la poesia nelle ore più fitte della notte?
Dove sono finiti i segreti più importanti, i baci dati dietro l’angolo del mondo, o le frasi piene di motivata’ che si fanno sulle spalle capienti di un vero amico? Cosa è successo?
Avremmo dovuto prendere la palla al balzo è sfruttare internet come una risorsa, invece ci siamo fatti sfruttare: siamo come cani randagi che sbranano ogni cosa che trovano.
Ora nel silenzio più totale vorrei condividere con voi una delle poesie più significative di Leopardi: l’infinito.
Questa poesia raccoglie il senso di un uomo che sa spaziare con i sogni e la fantasia verso un amore: qualcosa di più imperiale, dettandolo alla vita: la vita dell’arte, quella che dobbiamo cercare di non trascurare; perché l’arte è La Sapienza di poter andare avanti nel futuro portando con noi la parte più importante: il nostro cuor.