Oggi, più che in passato, sono esplose allergie e intolleranze alimentari, ma anche malattie serie, come l’artrite reumatoide. Tra le intolleranze alimentari non c’è solo il glutine e gli alimenti che lo contengono, ci sono i latticini, certi ortaggi, crostacei o anche frutti. Della celiachia (intolleranza al glutine) abbiamo già parlato in altra occasione, in questa sede vogliamo affrontare un disturbo che è simile: la sensibilità al glutine, che è diversa dalla celiachia. La sensibilità al glutine comporta diversi sintomi a livello gastrointestinale come la diarrea, il gonfiore, il dolore e la difficoltà digestiva, ma non si può escludere la stanchezza, la sonnolenza, la difficoltà di concentrazione. A volte la sensibilità al glutine comporta anche disturbi dermatologici, come gli eczemi. Tutti sintomi interscambiabili tra la celiachia e la sensibilità al glutine.
La celiachia è una malattia autoimmune con lesioni patologiche riscontrabili tramite una biopsia nell’apparato digerente a livello del duodeno e attraverso la presenza di autoanticorpi; la sensibilità al glutine è invece un disturbo determinato da una serie di sintomi che scompaiono dopo aver eliminato dalla dieta gli alimenti che contengono glutine. Dunque, chi è sensibile al glutine non avrà alcun danno alla mucosa intestinale. Non solo, ma non c’è traccia di autoanticorpi, come accade nella celiachia, per la quale esiste una predisposizione genetica.
In sostanza, la differenza tra celiachia e la sensibilità al glutine consiste nella gravità della condizione e l’una e l’altra possono insorgere a qualsiasi età.
Non esiste un metodo sicuro per diagnosticare la sensibilità al glutine, bisogna procedere per tentativi. In primo luogo, escludendo la presenza di altre patologie a partire dalla celiachia e da altre allergie. Poi si passa alla dieta, eliminando tutti quegli alimenti che possono contenere il glutine. Bisogna farlo per almeno sei mesi, per evitare che i sintomi tornino a manifestarsi. In ogni caso, se si tratta non di celiachia, ma si sensibilità al glutine, tutti i sintomi sopra descritti scompaiono. Quanto alle cause, esse sono pressoché sconosciute. Secondo il dottor Luca Lelli, “sembrano avere un ruolo la citotossicità diretta del glutine, ovvero la sua capacità di intossicare le cellule, così come un’alterazione della immunità innata e della barriera intestinale”.
Ed ora la domanda: non potendo mangiare alimenti con glutine, c’è la possibilità che gl’interessati possano avere carenze nutrizionali? La risposta è no. Anzi, dal momento che il glutine è presente in molti alimenti, dolci compresi, non mangiandone si perde peso, a tutto vantaggio della forma fisica. Oggi, si sa, c’è maggiore attenzione a questi problemi, per cui si trovano prodotti alternativi in tutte le farmacie e parafarmacie. La sensibilità al glutine, come pure la celiachia, ha un’incidenza soprattutto femminile, comunque è molto diffusa. Si parla di una percentuale compresa tra il 5 e l’8% della popolazione di un Paese. Un’ultima annotazione. Non si conoscono le cause della malattia o del disturbo, che possono essere anche di tipo genetico, però possono giocare un ruolo importante lo stress, i disordini a carico dell’apparato digerente e anche le tensioni emotive.
1 commento
L’articolo di per sè è interessante, ma la frase “dal momento che il glutine è presente in molti alimenti, dolci compresi, non mangiandone si perde peso” non ha nessuna base scientifica. Esistono versioni gluten free di tutti gli alimenti contenenti glutine, pane, pasta, dolci… Si sta diffondendo l’idea che la dieta senza glutine porti a perdere peso, ma dal punto di vista scientifico non è assolutamente corretto.