Non è una malattia vera e propria ma un problema serio, perché se stiamo con qualcuno che emana un odore sgradevole, la vicinanza non è certo piacevole. Avere l’alito cattivo, in gergo tecnico alitosi, compromette le relazioni sociali di chi ne soffre, proprio perché gli altri, quelli che capitano nei paraggi, con una scusa o con un’altra cercano tutti di stare alla larga.
Vediamo allora quali possono essere le cause e quali i rimedi. “Le cause dell’alitosi”, dice il dentista Daniele Benedetti Forastieri, “possono essere sostanzialmente due: locali e generali. Le prime derivano dalla presenza di placca e tartaro, di carie non curate, protesi vecchie e non sottoposte a manutenzione. In questo caso il cattivo odore è determinato dall’attività di alcuni microrganismi che sono normalmente presenti in bocca e che decompongono i resti di cibo. Le cause generali, invece, hanno a che vedere con malattie sistemiche come diabete, malattie del fegato,patologie respiratorie, turbe gastriche ed esofagee”.
Quindi, come si può facilmente immaginare, questo secondo tipo di alitosi dipende dagli organi interni. Esistono poi due generi di alitosi, dice il dottor Forastieri: “Il primo è di tipo transitorio ed è legato all’ingestione di alcuni alimenti tipo aglio, cipolla, peperoni, alcol, nicotina e vari farmaci. Il secondo genere, quello permanente, è invece legato a cause che richiedono la cura e la guarigione dell’apparato d’origine che spesso è proprio la bocca stessa”.
Dunque, l’alitosi che dipende dalla bocca si può risolvere con l’igiene della bocca stessa, eliminando carie e tartaro e facendo l’igiene di ogni sua parte, compresi gl’interstizi che si trovano vicino alle tonsille. Siccome in genere l’alitosi nasce in bocca, bisogna usare il filo interdentale e lavarsi i denti a fondo, anche con colluttori e con spazzolini adatti.
E’ chiaro poi che una dieta appropriata è sempre quella migliore. Ad esempio, sono da preferire cibi freschi senza conservanti e cotti senza aggiunte di grassi. Dunque, bisogna evitare i cibi fritti e anche quelli che provocano odori sgradevoli, come l’aglio e il cavolo.
Ed ora la domanda: come si fa a sapere se si soffre di alitosi? La domanda non è banale, perché spesso chi ne soffre, non sa di soffrirne. La risposta è semplice: è facile verificarlo sugli altri, più difficile su se stessi. Poi c’è un test che consiste nella valutazione dell’alito a tre distanze diverse mettendo le due mani aperte davanti alla propria bocca ed espirando aria. Esiste ancora l’alitometro (chiamato Halimeter), che ü un dispositivo che misura i gas solforati, responsabili degli odori sgradevoli presenti nell’alito e li misura in base ad una scala. Si può ricorrere anche alla gascromatografia, che mostra la composizione chimica dell’aria espirata.
Infine, esiste il “Bana Test”, che serve ad identificare l’eventuale presenza di tre dei batteri nella bocca che provocano malattie delle gengive e dell’alitosi.
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