Il caso di una signora portoghese è andato fino al tribunale federale
Un anno fa si è parlato degli immigrati da paesi in crisi come la Grecia, il Portogallo, la Spagna e l’Italia perché era aumentato l’afflusso persone straniere in cerca di lavoro nel sistema sociale svizzero. I diversi partiti avevano reagito con diverse richieste: i Liberali ad esempio hanno chiesto che gli enti responsabili assegnino i permessi di soggiorno con più restrittività e che gli stessi vengano ritirati se qualcuno dipende dagli aiuti sociali. Il professor di economia Reiner Eichenberger ha perfino messo in questione il completo sistema dicendo che solo chi ha effettuato pagamento per un lungo periodo nel sistema dovrebbe poter approfittarne in futuro. Anche l’Ufficio federale della migrazione si era intromesso tirando davanti al tribunale federale una portoghese che per quasi tre anni aveva preso i soldi per il sostentamento dal sistema sociale. La portoghese 45enne, venuta in Svizzera nel 2009 come barista, aveva ricevuto, come lo prevede l’accordo sulla libera circolazione, il permesso di soggiorno per cinque anni. Solo un anno dopo ha perso il posto di lavoro, per un anno ha preso i soldi dell’assicurazione contro la disoccupazione e da Aprile 2011 dagli aiuti sociali. In un’intervista del SonntagsBlick, il direttore Mario Gattiker ha rivelato questa faccenda della signora portoghese e così anche l’Ufficio federale della migrazione si era rivolto al tribunale più alto in Svizzera chiedendo “più chiarezza”.
Si è occupato, quindi, il tribunale federale del caso della portoghese, la domanda principale è rimasta: per quanto tempo un immigrante proveniente da un paese UE può rimanere in Svizzera e riscuotere prestazioni sociali se non svolge un’attività lavorativa?
La portoghese dopo la perdita del posto di lavoro aveva lavorato per periodi brevi in diverse aziende, ma spesso per colpa di malattie è rimasta assente. Gli enti di migrazione del canton Vaud nell’autunno del 2012 hanno voluto ritirare il permesso della portoghese, ma il tribunale cantonale lo ha fermato sostenendo che la signora ha il diritto di rimanere in Svizzera, e che anche la dipendenza dagli aiuti sociali non lo cambierebbe. L’Ufficio federale della migrazione però non ha voluto accettare questa decisione e ha inviato una reclamazione al tribunale federale, la motivazione principale era la preoccupazione che i migranti disoccupati per lungo periodo provenienti dai paesi del sud d’Europa non possono più essere espulsi. Il tribunale di Losanna ora ha dato ragione all’Ufficio federale della migrazione ricordando che il permesso non può essere ritirato soltanto perché un lavoratore non può svolgere il lavoro per colpa di un infortunio o una malattia o perché involontariamente è rimasto disoccupato. Ma se la disoccupazione dura più di 18 mesi, nell’ambito degli accordi di libera circolazione, la persona perde lo stato da lavoratore e questo vale anche per il caso della portoghese. Anche se la signora ha lavorato per brevi periodi, ha esercitato una professione solo per pochi mesi in tutti gli anni di presenza in Svizzera, così non avrebbe più lo stato da lavoratrice.
1 commento
Salve! Mio marito ha lavorato in Svizzera per 3 mesi nel 2011/2012 con il permesso B. Il suo permesso scade nel 12/2017! Lui può ritornare a lavorare in Svizzera già che il permesso non è ancora scaduto? Grazie