Capita a tutti, anche ai più giovani, di fare uno sforzo, magari brusco, e di avvertire un dolore acuto nella parte bassa della schiena. In questo caso spesso non ci si riesce a muovere e si hanno serie difficoltà a mettersi in piedi. È il classico “colpo della strega” che è fastidiosissimo. La cura è innanzitutto il riposo, stando distesi sul letto; ma spesso non basta ed è necessario anche assumere farmaci antidolorifici e in qualche caso anche miorilassanti, cioè che rilassano la muscolatura.
Dopo un certo tempo (in alcuni casi anche un paio di ore) ci si può muovere, facendo bene attenzione a non sollevare pesi e a non fare sforzi bruschi. Si guarisce completamente, comunque, dopo una settimana o dieci giorni al massimo.
Dunque, il colpo della strega, in sé, non è un grosso problema, a patto che sia un episodio isolato. Se si ripete, allora vuol dire che bisogna andare dal medico perché può esserci un problema alla colonna vertebrale.
Di solito, lo specialista procede ad un esame clinico di tutta la colonna e degli arti inferiori, per una serie di valutazioni che vanno dall’equilibrio alla muscolatura, e ad esami strumentali che possono essere una semplice radiografia o una risonanza magnetica al bacino e alla schiena. Le cause più comuni del mal di schiena sono due: l’ernia al disco e la spondilolistesi, cioè lo scivolamento di una vertebra sull’altra.
L’ernia al disco ha la tendenza, in un buon numero di casi, a regredire spontaneamente perché la parte di nucleo polposo fuoriuscita dalla sua sede naturale non viene più nutrita dai liquidi della colonna vertebrale e così le sue dimensioni diminuiscono liberando il nervo, e lo stato infiammatorio pian piano scompare fino a far scomparire il dolore.
Tutto questo non avviene in un giorno ma in almeno un mese, durante il quale bisogna seguire la terapia prescritta dal medico.
Il guaio è quando il dolore non passa e gli episodi infiammatori diventano sempre più frequenti e dolorosi. In questi casi bisogna ricorrere al chirurgo per rimuovere l’ernia al disco.
Oggi l’intervento non comporta più di due giorni di ricovero in ospedale, grazie alle tecniche poco invasive, e dopo circa tre settimane di convalescenza si guarisce al punto che si possono fare anche lavori pesanti.
E per quanto riguarda la spondilolistesi?
Ecco cosa dice il professor Lorenzo Aulisa, responsabile della Struttura complessa di Ortopedia del Gemelli di Roma: “In questo caso prescrivo un trattamento rieducativo effettuato consultando un fisiatra. Lo scopo del trattamento è di irrobustire i muscoli che sostengono la colonna vertebrale attraverso esercizi personalizzati per diminuire il carico sulle vertebre già sofferenti. Inoltre, il fisiatra consiglierà al paziente le posizioni giuste da mantenere quando si sta seduti, si solleva un peso e così via, caso per caso, secondo le vertebre interessate. La maggior parte delle volte bastano questi esercizi per ottenere una buona stabilizzazione della vertebra interessata. In alcuni casi, però, se lo scivolamento è accentuato e coinvolge le strutture nervose bisogna ricorrere alla chirurgia.
Ci sono molte tecniche chirurgiche per trattare il problema, e la scelta tra esse dipende dalle condizioni cliniche del paziente. In genere, tuttavia, si tende a liberare le strutture nervose compresse e a stabilizzare le vertebre interessate.
Questi interventi hanno tempi di convalescenza più lunghi, non inferiori al mese, e risultano piuttosto invasivi”.
Dunque, quando si avvertono frequenti mal di schiena, è meglio consultare il medico per un rimedio immediato.
Come prevenzione si raccomanda un po’ di nuoto, come ginnastica dinamica lo stretching muscolare e come ginnastica isometrica lo Yoga.
Il letto ha anche una certa importanza. Idealmente non contiene metallo ma listine di legno e un materasso scelto individualmente secondo il peso della persona.
A proposito del peso è chiaro che il sovrappeso favorisce il mal di schiena.
La miglior prevenzione però è la più stretta sorveglianza della casa… per non far entrare la strega!