Vediamo di riassumere, per difetto: scrittore, giornalista, docente universitario, attore di teatro a tempo perso, Commendatore della Repubblica Italiana, OBE-Officer of the British Empire (come i Beatles, tanto per dire), personaggio televisivo e Vice Direttore del Corriere della Sera. Se vi state domandando di quante persone parliamo, non preoccupatevi. Parliamo di una sola persona: Beppe Severgnini. In occasione di una sua breve visita in Svizzera, Severgnini si è messo a disposizione del pubblico per una chiacchierata su argomenti che toccano la nostra società italiana. Diciamolo subito: con competenza in materia, dato che ormai da vent’anni sul Corriere della Sera è titolare della rubrica Italians, dove commenta e … consola i lettori sulle nostre abitudini nazionali. Allora: quale è il nostro pregio e maggior limite? Per Severgnini gli italiani hanno un talento naturale per intuire immediatamente le situazioni complesse. Ma l’intuito non basta. Purtroppo, arrivati al momento di trovare soluzioni, continuiamo ad affidarci all’intuito piuttosto che organizzarci con perseveranza e precisione. Insomma: questo nostro modo di fare talvolta ci rende poco affidabili, anche se dobbiamo riconoscere che altrove non esistono paesi privi di difetti. Ma non disperiamo. Quando riesce ad evitare i suoi difetti, l’Italia torna sicuramente ad essere uno dei migliori paesi al mondo; come, lo osserviamo noi, dimostrano molte storie della nostra emigrazione che solo grazie al suo buon lavoro è riuscita a farsi una posizione al di fuori dei confini nazionali. Veniamo alle nuove forme di comunicazione istantanea offerte dal web: Facebook, Whatsapp, e simili. Severgnini ammette che ormai sono diventati incontrollabili: “internet ci è sfuggito di mano pur essendo ormai indispensabile alla nostra vita”. Le notizie si diffondono immediatamente e senza controllo della fonte. Ormai anche le tornate elettorali vengono condizionate dalle frottole via internet, meglio note come: fake news. Quindi, osserva Severgnini, piu’ che in passato, quando vota l’elettore oggi deve concentrarsi sul vero tema del voto. E non permettere che altri argomenti si aggiungano all’oggetto della votazione, modifichino il nostro giudizio, e si finisca per esprimere una preferenza su argomenti diversi da quelli per cui veramente si va a votare. Severgnini ha quindi concluso con una osservazione sul finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo italiano, argomento molto discusso anche in Svizzera. Secondo Severgnini, un canone è ammissibile quando un servizio pubblico dà un prodotto di qualità. Invece non si giustifica quando la televisione di stato pur di attirare spettatori si mette ad imitare le trasmissioni commerciali. In altri termini: il servizio pubblico dovrebbe sempre avere il coraggio di ignorare gli ascolti; proprio perché questo tipo di TV è già pagato dal canone e quindi non si deve curare della pubblicità sollecitata dal singolo programma. Ma queste, conclude Severgnini, rimangono questioni italiane …
di AN GRANDI
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