Grazie all’intesa siglata dalla Svizzera e dal Giappone, verranno agevolati l’accesso al mercato e le condizioni quadro per gli esportatori svizzeri e gli investitori
La settimana scorsa, la Camera alta del Parlamento elvetico ha ratificato all’unanimità l’accordo di libero scambio col Giappone, firmato lo scorso febbraio dalla ministra dell’economia, Doris Leuthard. Grazie a quest’intesa, Svizzera e Giappone sono diventati dei partner economici molto vicini. Si tratta del primo accordo di libero scambio concluso con il Giappone da un paese europeo. Il paese del Sol levante, è attualmente il principale partner commerciale della Svizzera in Asia. A livello mondiale, è il partner più importante dopo l’Unione Europea e gli Stati Uniti.
La Confederazione esporta in Giappone principalmente prodotti chimici e farmaceutici, orologi e macchine per un valore complessivo di 7,1 miliardi di franchi, mentre importa soprattutto automobili, apparecchi elettronici, metalli preziosi e articoli di bigiotteria.
L’accordo di libero scambio, composto da 94 pagine e stipulato dopo due anni e ben otto tornate negoziali (quattro in Svizzera e quattro in Giappone), contiene importanti disposizioni sul commercio di merci e di servizi, la realizzazione e la protezione degli investimenti, la tutela della proprietà intellettuale, il commercio elettronico e la concorrenza.
Si tratta senz’altro di un accordo molto significativo, secondo alcuni osservatori, addirittura il più importante per la Svizzera, dopo quello stipulato con la Comunità Europea nel 1972.
Uno dei protagonisti dell’intesa è stato l’ambasciatore Luzius Wasescha, capo della delegazione elvetica. Secondo il Dipartimento federale dell’economia, verranno ora agevolati l’accesso al mercato e le condizioni quadro per gli esportatori svizzeri e gli investitori.
Già negli anni scorsi, Giappone e Svizzera hanno cooperato molto bene per quanto riguarda la lotta al riciclaggio di denaro, spartendosi in egual misura, nel 2007, i valori patrimoniali, pari a circa 58,4 milioni di franchi, confiscati a Zurigo e provenienti da reati commessi dall’organizzazione criminanle Goryôkai.
La stretta cooperazione tra le autorità dei due Paesi ha permesso, infatti, di confiscare e ripartire questi valori patrimoniali, come pure di condannare, in Giappone, i responsabili. Nel corso di un procedimento avviato per riciclaggio di denaro, nel 2003 le autorità inquirenti zurighesi avevano sequestrato circa 58,4 milioni di franchi sui conti di Susumu Kajiyama, membro di spicco della Goryôkai, informando le autorità giapponesi di tale sequestro.
Sulla scorta di tale informazione, le autorità nipponiche hanno presentato una domanda di assistenza giudiziaria, ricevendo in seguito i mezzi di prova necessari per il loro procedimento penale.
Grazie alle informazioni provenienti dal Giappone, le autorità inquirenti zurighesi hanno dal canto loro potuto confiscare i valori patrimoniali sequestrati impedendone così la consegna alla Goryôkai.
Infine, il 17 novembre 2005 Kajiyma è stato condannato in via definitiva a Tokio per usura e riciclaggio di denaro, in particolare grazie ai mezzi di prova acquisiti in Svizzera.
Bruno Palamara