Martedì 4 gennaio, noi studenti della 1.a liceo con le classi di 1.a , 2.a e 3.a media abbiamo avuto il piacere di guardare il film “Il pianista” del famoso regista polacco Roman Polanski. I temi principali di questo film sono l’Olocausto e l’occupazione nazista in Polonia durante la seconda guerra mondiale.
Durante questo periodo, infatti, gli ebrei (ma non solo, anche, per esempio, gli zingari, gli omosessuali ecc.) furono presi e deportati in campi di concentramento sparsi in Europa, tra cui il più noto fu Auschwitz, in Polonia. Il protagonista di questo film è un pianista di nome Wladyslav Szpilman , ebreo-polacco, molto conosciuto allora in Polonia così come in tutta Europa. Egli vive a Varsavia con la sua famiglia e suona il pianoforte per la radio della capitale. Durante l’occupazione tedesca vengono emanate contro gli ebrei leggi razziali molto dure e la severità di queste leggi aumenta ogni giorno di più.
Dapprima Szpilman può suonare solo in locali per soli ebrei, poi perde anche questa possibilità. In seguito, il pianista e la sua famiglia vengono trasferiti nel ghetto e poi deportati nei campi di concentramento. Ma Wladyslav Szpilman si salva, poichè un poliziotto lo sottrae alla fila di gente che sta per essere caricata nel treno per Auschwitz. Il pianista è costretto a fuggire per salvarsi: i soldati tedeschi sono sempre in agguato e rischia più volte di morire. Vive in condizioni disperate, al limite dell’esistenza.
In un ghetto ormai deserto di Varsavia, dove si nasconde, viene scoperto da un ufficiale tedesco (Wilm Hosenfeld), il quale invece di ucciderlo gli chiede di suonare il pianoforte. L’ufficiale si emoziona e decide di lasciarlo vivere e di aiutarlo a sopravvivere.
Gli alleati avanzano e la guerra ormai è alla fine: il pianista è salvo e riesce a tornare alla vita quotidiana. La musica di questo film è intensa e sublime e ha un valore molto profondo. Infatti le sofferenze, durissime, inflitte agli ebrei durante l’Olocausto sono messe in primo piano e le emozioni che suscita questo film sono impressionanti. La storia di questo film è cruda, diretta e semplice, ma allo stesso tempo potente, come lo sono tante che riguardano la Shoah: a raccontarla questa volta è Polanski in un film sulla memoria in cui c’è anche una componente autobiografica. Il film ha vinto diversi premi, tra cui la Palma d’Oro al Festival di Cannes.
Luca Bizzini, 1.a Liceo linguistico