È arrivata la firma sul documento per la modifica della legge elettorale. Cuperlo firma e la minoranza dem di sinistra si divide. M5s assente nella campagna referendaria
Dapprima Matteo Renzi ha dovuto categoricamente chiudere il caso “rinvio del voto”, ipotesi lanciata da Pierlugi Castagnetti e ripresa dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Il rinvio era stato chiesto a causa dei problemi legati al terremoto. Le opposizioni hanno detto No e il premier ha bocciato l’ipotesi: “Un rinvio non esiste, è surreale, evitiamo di incrociare referendum e terremoto”.
Nel fine settimana l’attenzione si è sposata alla convention della Leopolada 7 a Firenze – segnata da violenti scontri tra polizia e manifestanti anti-Renzi – durante la quale è arrivata la notizia della firma sul documento per le modifiche alla legge elettorale dell’Italicum. Elaborato dalla commissione del Pd, il documento è stato firmato anche da Gianni Cuperlo, che ha rappresentato la minoranza dem. “Ho firmato perché il documento contiene un passo avanti”, ha spiegato Cuperlo, anche se è cosciente che “l’intesa non ricompone la frattura nella sinistra, dentro e fuori il Pd”. Dopo la modifica ha deciso di votare Sì, perché ha ottenuto “quello che la minoranza ha chiesto per mesi”.
L’accordo ha definito le modifiche su tre punti. EÈ stata confermata in merito alla futura elezione dei senatori la proposta di legge Fornaro-Chiti. La legge garantisce il fondamentale potere di scelta dei senatori ai cittadini e non a ristretti gruppi dirigenti di partiti e movimenti. Sul piano dei contenuti si è riaffermato il perno di un sistema elettorale fondato sull’equilibrio tra i due principi della governabilità e della rappresentanza. Il sistema di collegi verrà definito premio di governabilità (premio di lista o di coalizione). EssoconsenteEsso consente ai cittadini di scegliere chi li rappresenterà con la chiara indicazione su chi avrà la responsabilità di garantire il governo del Paese attraverso il superamento del meccanismo di ballottaggio. Il documento sarà sottoposto all’Assemblea nazionale, alla Direzione e ai gruppi parlamentari del Pd di Camera e Senato, con il compito di valutarlo, tradurlo in testo di legge per poterlo confrontare con le altre forze politiachepolitiche e gruppi parlamentari.
I due punti forti, via il balottaggioballottaggio e la definizione di premio di governabilità erano stati richiesti dalla minoranza dem. Ma non è bastato al resto della minoranza bersaniana, che disconosce Cuperlo e non riconosce il documento e ha annunciato di proseguire nella campagna per il No al referendum. Non sono arrivati i gesti concreti richiesti “su una legge elettorale approvata con la forza della fiducia”, ha commentato l’accordo Roberto Speranza, qualificando il documento “una paginetta fumosa”. Anche il centrodestra resta unito sul No. Alla convention organizzata a Roma, Berlusconi afferma che la riforma “riduce la democrazia”. Le regole studiate da Renzi “per sèsé stesso” sono pericolose, perché possono “fare vincere chiunque, anche Beppe Grillo”. Il Movimento 5 stelle ribadisce da parte sua che la riforma è da bocciare. L’M5s resta il punto di riferimento dell’opposizione al referendum e governo Renzi, ma conduce la sua campagna elettorale all’ombra della ribalta e lontana dalle piazze, senza alcuna manifestazione, per ora, in programma. Renzi sta provando a sfidare Grillo in tv, ma il leader M5s declina l’invito, rinviando le sfide politiche a dopo il 4 dicembre.
Sul fronte giuridico resta aperta la decisione del Tribunale civile di Milano sul ricorso del costituzionalista Valerio Onida. Il Tribunale dovrà pronunciarsi sull’illegittimità del quesito, ma viste le bocciature recenti della Corte di Cassazione (ricorso del Codacons) e del Tar del Lazio sulla carente neutralità della formulazione della domanda sulla scheda, i margini di accoglimento sono assai ridotti.
Gaetano Scopelliti
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