Dopo tanta tv, Renzi sceglie il diretto confronto con i cittadini. In piazza del Popolo 50.000 militanti seguono la manifestazione per il Sì al referendum. Il Pd resta diviso
Il referendum sulla riforma costituzionale continua a tenere banco nel cosmo della politica italiana. A un mese dal voto sul referendum, il Pd scende in piazza per rilanciare il “Sì” alle riforme. Alla sfida i Dem si sono presentati da separati in casa. Assenti Bersani (sarà a Siracusa per il “No”) e D’Alema (scontata la sua assenza), della minoranza Dem c’era Gianni Cuperlo, che ha motivato la sua partecipazione per rispetto verso “il popolo Pd”. Cuperlo ha tentato fino all’ultimo di trovare un’intesa nella commissione sulla legge elettorale dell’Italicum. Invano, e se fino al 4 dicembre questa intensa sul cambiamento della legge non ci sarà “saremo costretti a non sostenere questa riforma”, ribadendo la condizione posta dalla minoranza del Pd per votare “Sì”.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, dopo i duelli televisi delle ultime settimane, è tornato in piazza per dare il via allo sprint finale della campagna referendaria. Sul palco in piazza del Popolo a Roma durante la manifestazione per il “Sì” al referendum ha lanciato il suo messaggio al popolo Pd: “Come sono belle le riunioni in streaming, ma quanto è bello tornare ad abbracciarsi in piazza. Il nostro destino non è litigare al nostro interno, ma cambiare l’Italia“. È anche il suo destino politico e Renzi ne è consapevole, dopo aver politicizzato il referendum, trasformandolo in un voto per legittimare il suo governo e la sua “non-elezione” a premier. Allora preferisce attaccare lo schieramento di chi è contrario. Alla minoranza Dem, che resta sulla sua posizione del “No”, intima di “non usare la legge elettorale come alibi”. Il Pd ha spalancato le porte al cambiamento dell’Italicum, dunque il punto è “se vogliamo continuare a guardare soltanto la nostra storia o ci va di parlare finalmente del futuro del Paese”. Il futuro possibile contro il passato, che ha fallito. Fischi e applausi dei militanti del Pd, arrivati da tutta Italia, quando Renzi lancia stoccate alla vecchia guardia e nomina D’Alema. “Perché dite di no?”, tuona Renzi, “se voi avete fallito, non fate fallire anche noi, voi non siete riusciti a cambiare il Paese, lasciate provare a noi”. Sulle parole di D’Alema sugli anziani, il premier spera che siano state parole scappate per sbaglio. Gli anziani votano “Sì” perché “li hanno visti all’opera, loro sono stati il problema a non cambiare le cose”.
Poi va all’attacco anche di quelli che dicono sempre “No”. “Loro sono il vero partito della nazione è quello del “No”, che va da Brunetta a Travaglio, da Gasparri a Tremonti, da Berlusconi a D’Alema”. Questo è il partito che vuole bloccare l’Italia. Non risparmia frecciate anche al Movimento cinque stelle, “capace di dire Vaffa e incapace di fare una proposta per il futuro del Paese. Questa piazza non urla e non insulta, questa è piazza del Popolo, non del populismo”, rivendica Renzi. La missione di mobilitazione dei militanti e dirigenti Dem è riuscita in parte. Renzi è in grande forma e la piazza applaude. Non deve convincere i quasi 50.000 che hanno deciso di votare “Sì”, ma i suoi avversari interni. Non è sembrato però disponibile a rincorrere i bersaniani e gli esponenti della vecchia guardia, forse convinto che voteranno contro, solo per sfiduciarlo. Il sondaggio di Atlante Politico di Demos per La Repubblica conferma la stabilità della stima verso il premier e un calo verso Bersani e D’Alema. L’ottimismo contagioso di Renzi non incide però ancora sul “Sì”, che resta di stretta misura (-4 punti) dietro al “No”. Molti restano gli indecisi ed è alta la quota dei potenziali astenuti. Per conquistare il loro voto, Renzi dal palco fa una proposta al popolo Pd per gli ultimi trenta giorni di campagna: “Il Pd provi a costruire una comunità in Italia. Vi propongo di spalancare le finestre all’Italia e di organizzare una cena alla settimana per il “Sì”. Parlare del referendum semplicemente leggendo il quesito a vicini, colleghi, amici”.
Gaetano Scopelliti
foto: Ansa