Il presidente del Consiglio pone sul tavolo del Consiglio europeo la questione Libia
Nella sessione dedicata alla lotta al terrorismo del vertice del Consiglio europeo, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha preso la parola partendo dalle considerazioni fatte a più riprese dopo gli attentati terroristici di Parigi sul tema dell’identità europea e dell’integrazione. Secondo fonti di Palazzo Chigi, il premier ha posto con grande forza il tema della Libia sul tavolo del summit. Come aveva detto lo scorso mercoledì all’uscita del prevertice dei socialisti europei, Renzi ha ripetuto: “C’è un’emergenza Libia. L’Italia è pronta a fare ancora di più, ma quella libica a fianco a quella ucraina è un’emergenza europea”.
La situazione in Libia “penso sia una emergenza internazionale, non più europea, e l’ho detto al tavolo del Consiglio europeo; era giusto e doveroso che ci fosse la posizione italiana per la quale la Libia è un grande problema del nostro tempo, ed è un problema da risolvere con decisione e determinazione, probabilmente anche con un impegno ulteriore. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, parlando brevemente con i cronisti al termine del vertice. “Abbiamo visto – ha aggiunto Renzi – che ciò che è accaduto intorno al tentativo di Bernardino Léon (l’inviato dell’Onu, ndr) non è stato sufficiente, quindi c’è bisogno che con la leadership delle Nazioni Unite ci sia un tentativo più forte. L’Italia è pronta a fare la sua parte”, ha concluso Renzi.
Per un maggior impegno nella cooperazione militare con la Libia si è espresso anche Massimo Artini, vicepresidente della Commissione difesa della Camera dei Deputati: “L’operazione Triton non risolverà mai il problema delle morti nel Mediterraneo. Dobbiamo affrontare la drammatica questione su due piani. Il primo riguarda il salvataggio delle vite umane. Il secondo – ha aggiunto l’esponente di Alternativa libera – è che non ci possiamo limitare ad affrontare la questione solo da un punto di vista di salvaguardia dei migranti in mare: il Decreto Missioni stanzia circa 5,7 milioni per la cooperazione militare con la Libia, senza definire però quali gli ambiti di azione. Mi riferisco in particolare ai fondi stanziati per il supporto alla Guardia Costiera Libica, le cui imbarcazioni sono al momento alla fonda in arsenale per riparazioni”, spiega. “Durante la presidenza italiana del semestre europeo sarebbe stato auspicabile qualcosa in più. È necessario che il governo valuti misure ulteriori per la lotta alla piaga della tratta di esseri umani nel Mediterraneo – aggiunge -. Come Alternativa Libera stiamo redigendo un apposito atto di indirizzo per proporre soluzioni sia da un punto di vista di salvaguardia dei migranti in mare, sia, in fase di discussione del decreto missioni, per avere chiarimenti sulle funzioni di cooperazione con la Libia”, ha concluso Artini.
Basta strumentalizzare le tragedie dell’immigrazione, il problema non si risolve evocando Mare Nostrum o Triton ma risolvendo la situazione interna alla Libia. Secondo quanto riportato da Adnkronos poi Renzi ha invitato a intervenire su quella che considera la causa vera per evitare che il Mediterraneo continui ad essere un cimitero ed indirettamente replica anche al suo predecessore Enrico Letta, che in giornata aveva lanciato l’hashtag “#RipristinareMareNostrum”, aggiungendo: “Che gli altri Paesi europei lo vogliano oppure no. Che faccia perdere voti oppure no”. Subito seguito da un altro predecessore di Renzi, l’ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani: “da sotto il mare ci chiedono dove sia finita la nostra umanità”.
“Chi sale su questi gommoni – afferma il premier – lo fa per scappare da situazioni di povertà, fame, guerra quindi innanzi tutto dolore e solidarietà per le vittime. Poi, è spiacevole utilizzare certe vicende per strumentalizzare in modo cinico quello che accade, da destra e da sinistra. Se guardiamo ai dati, non è che con Mare nostrum non si moriva e adesso si muore. Chi pone il problema Mare Nostrum o Triton è come quello che guarda al dito e non alla luna. Se vogliamo mettere fine al Mediterraneo come cimitero la priorità è risolvere il problema in Libia fuori controllo”. Al premier replica da Forza Italia Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato. “Adesso anche Renzi scopre che il problema immigrati va risolto in Libia. Chiedano allora tutti scusa a Berlusconi, l’unico che ha sempre considerato sbagliata la guerra in Libia perché avrebbe portato al caos attuale. Fu l’unico che con la realpolitik stabilì accordi con Gheddafi grazie ai quali si interruppero gli sbarchi sulle nostre coste”.