Mi hanno derubata e violentata in ogni modo. Mi hanno circondata, erano in tanti. Ricordo bene che c’era quell’assessore che non riesce neanche a compiere un concetto, però ha un sacco di parenti: ne ha così tanti che da solo potrebbe fare il sindaco.
C’era quello con la giacca nera, lunga, una camicia bianchissima ed una cravatta griffata, anzi griffattissima: mi pare lavori all’ospedale. C’era Don Cicciu quello che di giorno fa il prete e di notte il Ndranghetista. Ma non ce l’ho con loro, in fondo sono solo dei reietti dal mio punto di vista. La cosa che più mi addolora sono tutti gli sguardi silenziosi di chi mi guardava violentare e restava immobile. C’eri anche tu, e pure lei… e anche voi. C’eravate tutti. Qualcuno ha provato ad urlare “basta”, ha cercato di ribellarsi, ma i silenzi sono più opprimenti di qualsiasi altro suono.
Eppure, a voi più di chiunque altro ho dato l’impensabile, l’inimmaginabile. Io vi ho dato un mare bellissimo che voi avete violentato: un mare caldo, profumato. Vi ho dato intere montagne ricche di frutti; distese infinite di vegetazione dai colori vivi, intensi da far battere i cuori ogniqualvolta lo sguardo l’incontra. E in cambio mi avete bruciata viva!
Vi ho dato sapori ineguagliabili che vengono fuori dalle vigne che la mia terra vi dona; verdure e frutti che la mia terra vi dona.
Il sole? Il sole ogni qual volta deve porre la tregua della notte mi guarda con l’amarezza, perché il buio dura sempre un po’ troppo affinché lui ritorni a guardarmi.
Chi sono io?
Io sono vostra madre, la mamma che tutti avreste dovuto difendere, abbracciare.
Io sono la mamma che avete fatto violentare ripetutamente e tacendo siete diventati tutti complici di questo bruto assassinio.
Siete voi che avete assassinato ogni persona morta per le vostre negligenze, per quel modo superficiale d’affrontare i doveri.
Però come tutte le mamme vi voglio perdonare, per l’ultima volta voglio essere clemente anche per i miseri silenzi che avete posto su di me.
Figli miei SVEGLIATEVI da quest’incubo che v’opprime, v’attanaglia: urlate, ribellatevi in ogni modo affinché io possa risplendere e ritornare ad essere una mamma più felice, spensierata ma soprattutto fiera di ogni mio singolo figlio.
Vostra madre: la Calabria.
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