I bambini sono più propensi ad aiutare in casa se gli viene offerta una ricompensa o senza?
Fare il bucato, spolverare i mobili, lavare il pavimento, di lavori in casa ce ne sono parecchi e quando ci sono bambini piccoli in casa può essere difficile riuscire a fare tutto. E se ci facessimo aiutare proprio dai piccoli?
Ci sono diversi interessanti studi intorno ai bambini piccoli e sulla loro volontà di aiutare a svolgere i compiti in casa.
Numerosi studi sembrano confermare questo desiderio universale nei bambini piccoli di dare una mano in casa. Sentirsi utili e aiutare non si limita però solo alla propria casa o i conoscenti. In uno studio dei ricercatori Felix Warneken e Michael Tomasello dell’Istituto Max Planck di Lipsia la domanda che i ricercatori si sono fatti era: il bambino aiuta anche senza che gli viene chiesto? Infatti, in uno degli esperimenti, un adulto faceva finta che gli cadesse un oggetto per terra oltre ad una barriera che non poteva raggiungere. Con l’esperimento si voleva capire se il bambino, oltre a questa barriera, era pronto ad aiutare l’adulto senza che gli venisse chiesto. In quasi tutti i casi la risposta è stata positiva, persino bambini di 14 mesi hanno capito che l’adulto aveva bisogno del loro aiuto ed erano pronti a dare una mano.
“Un bambino, di cui i genitori, rispondono alle sue domande, gli parlano, leggono qualcosa, fanno rime o cantano, non ha bisogno di altri extra per lo sviluppo mentale”, ha detto la direttrice del campo della ricerca dell’insegnamento del Politecnico a Zurigo Elsbeth Stern, al Beobachter. Anche il noto pediatra e scrittore Remo Largo si è espresso a proposito dei lavori in casa, come lavare i piatti, cucinare o appendere la biancheria, sottolineando l’importanza di dedicarsi ai bambini perché “così i genitori danno al bambino l’importante sentimento di essere utile, e così una conferma piacevole di appartenenza”.
La questione della ricompensa
In un ulteriore esperimento, condotto da Warneken e Tomasello, i ricercatori volevano capire se il bambino è più propenso a svolgere dei compiti se gli viene data una ricompensa. Per questo in un esperimento ai bambini di venti mesi veniva chiesto di aiutare un adulto, ad alcuni veniva offerta una ricompensa, ad esempio giocare con un giocattolo particolare, mentre ad altri no. È risultato che i bambini, precedentemente ricompensati, erano molto meno propensi ad aiutare successivamente se non veniva offerta una nuova ricompensa in confronto con i bambini che non erano stati ricompensati.
Questo risultato, secondo gli scienziati, conferma che i bambini sono istintivamente motivati a dare una mano, vogliono essere utili e non lo fanno perché si aspettano una ricompensa.
Anche lo studio condotto nel 1999 dai ricercatori Edward Deci, Richard Koestner e Richard Ryan aveva confermato che una ricompensa cambia l’atteggiamento delle persone che in un primo momento hanno svolto un’attività con piacere, quindi da un’azione fatta per sé stessi a qualcosa che si fa per ricevere qualcosa, e questo, secondo gli scienziati vale sia per i bambini che per gli adulti.