Vediamo due studi scientifici recenti che si sono impegnati a scoprire aspetti interessanti sul come prendiamo decisioni
Tutti dobbiamo prendere delle decisioni, a volte più rischiose e a volte meno, ma in ogni caso, ci troviamo a dover scegliere tra due o più opzioni che avranno diverse conseguenze. C’è chi sceglie sempre la via più sicura, ma c’è anche chi sceglie l’opzione che ha meno prospettive di successo. I ricercatori della Johns Hopkins University di Baltimore, sotto la guida di Pierre Sacré, hanno analizzato i processi neuronali di queste decisioni.
Ma perché certe persone si indirizzano verso le decisioni con meno prospettive di successo? Per i test i ricercatori hanno coinvolto dei pazienti malati di epilessia nel Cleveland e hanno analizzato le loro attività cerebrale mentre sfidavano il computer in un gioco di carte.
Utilizzando gli elettrodi in precedenza impiantati nel cervello per studiare l’origine delle crisi epilettiche, i ricercatori, secondo ciò che riporta Ansa, hanno potuto ricostruire in tempo reale le loro decisioni, scoprendo che le scelte dipendevano dalle esperienze passate. “Quando l’emisfero destro ha un’attività ad alta frequenza e devi scommettere, sei spinto a puntare di più. Se invece è più nel lato sinistro, si tende a non rischiare”, osserva Sacrè. “I giocatori, prosegue, ‘accumulano’ tutti i valori delle carte uscite e i risultati passati, ma i ricordi tendono a sbiadire. In altre parole, ciò che succede alla fine influisce di più rispetto a ciò che è successo in precedenza e, sulla base della storia di scommesse di una persona, possiamo prevedere come questa si sentirà al momento di puntare”.
Quando la scelta è vasta
È un bene o un male avere una grande scelta tra le possibilità, in un supermercato, ad esempio, è meglio avere la possibilità di scegliere tra 24 o 6 marmellate diverse? Un ristorante approfitta di un menù con vasta scelta o di un menù più ristretto con meno pasti da scegliere? Di queste domande si è occupato il team di ricercatori intorno a Colin Camerer dello California Institute of Technology Caltech. Secondo gli scienziati del Caltech non è un vantaggio offrire ai clienti molta scelta, anzi i risultati dello studio dimostrerebbero che tante opzioni suscitano stanchezza e disinteresse.
Per capire come si svolgono i processi delle decisioni nel cervello Camerer e il suo team hanno sviluppato un esperimento nel quale i partecipanti venivano monitorati tramite risonanza magnetica mentre decidevano. I partecipanti dovevano decidere tra due immagini per decorare una tazza di caffè, la scelta comprendeva 6, 12 o 24 immagini. Nell’esperimento si è dimostrato che quando i partecipanti dovevano scegliere tra le 12 immagini, l’attività registrata nel cervello era più bassa.
Camerer ha commentato il risultato dicendo che tendenzialmente preferiamo una scelta più vasta, ma che il fattore del tempo speso per la decisione sarebbe significativo, mentre per il nostro cervello 12 sarebbe già un numero buono di opzioni da scegliere, di più, ovvero come nell’esperimento 24 possibilità, sarebbero già stati troppi, quindi scegliere tra 24 opzioni sarebbe troppo impegnativo.