Rapporto Amnesty: i 10 punti su cui l’Italia deve fare di più
Dall’immigrazione, alla violenza sulle donne, al sovraffollamento delle carceri, passando per il riconoscimento delle famiglie di persone dello stesso sesso fino all’esportazione delle armi. Sono dieci i punti dell’agenda su cui il governo italiano deve lavorare per garantire una maggiore tutela dei diritti umani nel nostro Paese. È quanto ha affermato oggi Amnesty International presentando il suo rapporto annuale 2015-2016.
Per l’organizzazione specializzata nella difesa dei diritti umani Roma deve garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura “adeguando il nostro ordinamento a quanto stabilito nella Convenzione contro la tortura” di cui è firmataria. Deve fermare il femminicidio e la violenza contro le donne impegnandosi soprattutto a mettere in campo degli strumenti di protezione e di prevenzione invece di concentrarsi come ha fatto finora sugli aspetti punitivi.
Sull’emergenza migranti, Amnesty afferma che l’Italia deve continuare a proteggere i rifugiati e fermare lo sfruttamento, la discriminazione e la criminalizzazione dei migranti. In particolare dovrebbe abrogare il reato di “ingresso e soggiorno illegale sul territorio” perché “i migranti irregolari non sono criminali e andrebbero trattati come tali”. A seguito dei recenti sviluppi, Amnesty esprime preoccupazione per alcune prassi adottate nei centri di accoglienza sulla base dell'”approccio hotspot”.
Fra questi la limitazione dell’accesso alle procedure di asilo in base alla sola nazionalità e l’immediata consegna di un decreto di respingimento “differito” nel quale si ingiunge al migrante di lasciare il Paese ma senza fornire l’assistenza necessaria. Amnesty chiede anche all’Italia di aumentare le proprie quote di reinsediamento. Anche per assicurare condizioni più dignitose nelle carceri il governo italiano deve fare di più, riducendo innanzitutto il sovraffollamento e introducendo l’istituzione del Garante nazionale dei detenuti previsto dal protocollo della Convenzione contro la tortura. Amnesty auspica la chiusura degli ultimi quattro ospedali psichiatrici giudiziari ancora operativi nel nostro Paese.
Askanews
Roberto Saviano, l’autore di “Gomorra” e “Zero zero zero” che denuncia da anni le violenze dello stato e del crimine organizzato, invita tutti a far sentire la propria voce e cantare “Here’s to you”, la ballata di Joan Baez ed Ennio Morricone che negli anni ’70 onorò la storia di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, messi a morte negli Usa nel 1927, per tutti i Sacco e Vanzetti di oggi, si legge su Amnesty International.
“Sono passati quasi 90 anni da quando i due anarchici italiani furono ingiustamente messi a morte negli Usa per le loro idee, ma ancora oggi i diritti umani vengono costantemente violati in tutto il mondo, Italia inclusa. In Messico, 43 studenti sono desaparecidos dal settembre 2014, in Arabia Saudita Raif Badawi è stato condannato al carcere e a 1000 frustate per aver creato un blog, in Cina Liu Xia e suo marito Liu Xiaobo sono privati della libertà per aver chiesto riforme democratiche, in Italia Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Riccardo Magherini, Francesco Mastrogiovanni, Giuseppe Uva sono tutti morti mentre erano affidati allo Stato”, commenta Saviano.
Tornare a cantare “Here’s to you” significa mostrare che la lotta alle ingiustizie non è finita e che tutti i Sacco e Vanzetti di oggi non sono soli: perché questo inno per i diritti umani diventi il simbolo dell’impegno di Amnesty International in Italia e nel mondo, insieme a quanti crederanno che il mondo sarà migliore quando sentiremo nostre le ingiustizie del mondo.