Tra gli eventi che a sud delle Alpi hanno animato la stagione 2017-18 si segnala una presenza di prestigio: il livornese Sandro Martini, che recentemente ha presentato allo Spazio Officina di Chiasso la sua mostra “Visioni di una performance”. Talento naturale, quello di Martini, sbocciato nelle mura di casa. Il nonno, florido collezionista di arte classica, si dilettava a riprodurre le opere di antichi maestri e trasmette la sua passione al nipote. I classici prediletti per i loro esercizi di pittura: Tiepolo; Pollaiolo; Rubens. Non è che l’inizio. Scrittura, pittura, grafica, libri d’artista: negli anni Martini sviluppa un talento multiforme. Dopo gli studi, parte per Roma. Frequenta Corrado Cagli, animatore della “Scuola Romana” e nipote dello scrittore Massimo Bontempelli. Poi: Milano. Martini collabora con gallerie prestigiose. Il Milione: che ospito’ opere di De Chirico, Modigliani, Matisse. La Galleria Blu: sede di indimenticabili esposizioni su Fontana, Kandinsky, Picasso. Infine, via: la meta di tutti. L’America. Martini inizia come scultore. Ma presto sviluppa una sua vocazione spaziale. Sarà maestro di celebri installazioni-performance tridimensionali. Nel 1978 raccoglie l’invito del Fine Art Center dell’Università del Massachusetts. Quindi, per il successivo quarto di secolo, insegnerà incisione e tecniche di affresco al Kala Art Institute di Berkeley. Alcune installazioni americane di Martini sono notissime. Come quelle al Bryant Park, il parco di Manhattan sovente ripreso nei film; e presso la sede newyorkese di Citicorp, multinazionale bancaria. Ma il Sandro Martini “americano” non dimentica l’ Italia. E produce, espone: vi realizza altre installazioni. Citiamone alcune. A Palazzo Citterio, Milano, nella centralissima via Brera (1981). Milano: nella Sala delle Grida alla Borsa Valori (1983). A Firenze: Piazzale Michelangelo, sulla collina che offre una panoramica imprendibile della città (1989), meta obbligata del turismo internazionale. Ancora Milano, 1993: il Padiglione d’Arte Contemporanea ospita una sua mostra antologica. Milano, 2004: la Casa della Carità, centro di accoglienza per rifugiati e minoranze; Martini crea una monumentale composizione spaziale di tele e vetri. Toronto, 2012: con i professionisti canadesi architectsAlliance, Martini realizza “Glass Memory”, una installazione permanente. Mantova (2015): Martini espone “Atuttosesto”, presso la Casa di Andrea Mantegna, maestro della pittura rinascimentale italiana. Siamo ai giorni nostri. A Chiasso, Sandro Martini propone una sua tipica performance spaziale: grande tela sospesa al soffitto con effetti chiaroscurali. Espone anche alcune incisioni e matrici con le relative acqueforti che Martini dona alla collezione del m.a.x. museo. Infine, l’evento chiassese segna anche la presentazione del catalogo ragionato della produzione di Sandro Martini, curato da Luigi Sansone ed edito da Postmedia (Milano, 2017). Ma l’opera del nostro artista livornese prosegue. Destinata a levarsi in volo. In cerca di colore e di spazio, luogo assoluto dove esprimere la sua creatività e soddisfare una ricerca insaziabile di infinito.
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