Nanni Moretti al cinema con una storia umana che è anche un forte gesto politico. Nelle sale svizzere dal 20 giugno!
11 settembre del 1973: il Cile scrive una delle pagine più tristi della propria storia nazionale, il Golpe di Stato ad opera del dittatore Pinochet.
Furono momenti terribili, fatti di guerra, persecuzioni e torture che portarono alla morte del presidente legittimo, il socialista Allende e alla dittatura oppressiva del generale cileno Pinochet.
In “Santiago, Italia” il regista italiano Nanni Moretti indaga proprio quel terribile momento storico cileno che però, paradossalmente, si presenta come pretesto per parlare anche di “una bella storia di accoglienza e di solidarietà” tutta italiana, dice il regista. “Ho voluto raccontare quella volta in cui l’Italia fece bella figura, in un momento in cui un gran pezzo della società italiana va nella direzione opposta ai valori dell’accoglienza e della solidarietà. – spiega Nanni Moretti – L’ambasciatore italiano in Cile, mi ha raccontato una bella storia italiana e quindi mi è venuta voglia di raccontarla”.
Dal settembre 1973, dopo il colpo di stato del generale Pinochet, l’ambasciata italiana a Santiago in Cile ha ospitato circa 600 richiedenti asilo, oppositori di Pinochet, che fuggivano dalla regime dittatoriale. In quel frangente i diplomatici italiani in servizio nel Cile del ’73, salvarono i rifugiati senza neanche condividerne gli ideali socialisti. L’Italia allora fu l’unico paese europeo a non riconoscere la dittatura cilena e accolse tutti i rifugiati salvando così centinaia di vite umane. È chiaro che con il film documentario “Santiago, Italia” Moretti coglie l’occasione per analizzare la situazione politica italiana poiché, “raccontare una storia umana diventa automaticamente un forte gesto politico”. Il film, però, pur partendo da premesse politiche – il socialismo di Allende, il colpo di stato e la dittatura di Pinochet – non è un film politico, ma sull’umanità e le azioni umane – l’asilo politico di centinaia di uomini, donne e famiglie all’ambasciata italiana, l’accoglienza e la solidarietà dell’Italia ai rifugiati cileni – che portarono ad un momento storico di grande spessore e valore per la nostra nazione. Il film documentario, con il quale il regista ha conquistato il suo 9° David di Donatello, ha un impianto classico e si divide in tre parti. Nella prima e nella seconda Moretti mostra la situazione cilena dopo l’avvento del presidente socialista Allende e il colpo di stato iniziato l’11 settembre del ’73 con il bombardamento del palazzo presidenziale La Moneda, dove era rifugiato Allende e dove fu trovato morto. In seguito, nella terza parte, sposta l’attenzione ai protagonisti che vissero quei momenti storici sulla propria pelle, con interviste e testimonianze dei migranti cileni che si rifugiarono nell’ambasciata Italiana e poi furono accolti e integrati in Italia; dell’ambasciatore italiano a Santiago Roberto Toscano e del diplomatico Piero De Masi che raccontano l’invasione nella sede italiana e della decisione di «tenerli tutti» pur non avendo risposte ufficiali dall’Italia. Poi, ancora, l’intervento dell’avvocato Carmen Hertz, che ricorda il ruolo fondamentale degli Stati Uniti nel golpe di Pinochet; delle giornaliste Marcia Scantlebury e Patricia Mayorga e perfino dei militari del dittatore cileno ormai in carcere. In particolare, durante il colloquio con il generale Raúl Eduardo Iturriaga Neumman, – unica volta nella storia documentaristica di Moretti – il regista mette la faccia per dichiarare senza mezzi termini: «io non sono imparziale». Il film documentario “Santiago, Italia”, attraverso una storia del passato, che è anche specchio riflesso del nostro presente, ci spinge ad interrogarci su quale siano state le ragioni che hanno portato il popolo italiano, una volta accogliente e ricco di principi, a cambiare radicalmente. È la testimonianza di un rifugiato cileno, Erik Merino, oggi imprenditore italiano, a chiarire il concetto: “Sono arrivato in un paese che aveva fatta la guerra partigiana e che aveva difeso lo statuto dei lavoratori. Oggi viaggio per l’Italia che somiglia sempre di più al Cile, alle cose peggiori del Cile. Un consumismo terribile, quello che si vede, dove la persona che hai al tuo fianco se può ti calpesta. C’è ormai solo individualismo”. Il film sarà in proiezione dal prossimo 20 giugno nelle sale della Svizzera tedesca.
foto: Ansa