4.3 C
Zurich
16 April 2024
Image default
Politica Svizzera

Saremo rappresentati da un leghista!

Print Friendly, PDF & Email

Il Pd lascia alla Lega la rappresentanza parlamentare della Svizzera. A sorpresa, il Partito democratico in Svizzera per la prima volta non ha parlamentari. L’unico deputato eletto è il leghista Simone Billi

Con ben 55 mila voti su 200 mila raccolti nella ripartizione Europa il Partito democratico in Svizzera è rimasto a bocca asciutta. Per la prima volta dal 2006 è senza rappresentanti in Parlamento. Sono lontani i tempi di quando le forze sociali e politiche in Svizzera dominavano incontrastate la politica in Europa pur senza operare direttamente nell’Unione europea. Dei 5 deputati e 2 senatori eletti nella Ripartizione Europa solo Simone Billi, eletto nella lista Berlusconi-Salvini-Meloni, risiede in Svizzera (Zurigo).

Pur se (mentre scriviamo) la partita non è chiusa definitivamente perché i parlamentari non sono stati ancora proclamati, la tendenza è clamorosa. Ufficialmente mancano in Europa i risultati di 42 sezioni elettorali: 13 della Germania, 8 della Svizzera, 7 della Francia, 4 del Regno Unito, 2 della Turchia, 2 del Lussemburgo, 2 della Danimarca, 1 del Portogallo, 1 del Principato di Monaco, 1 della Lituania e 1 dell’Irlanda.

Al Senato ha vinto nettamente la “berlinese” Laura Garavini con oltre 35 mila preferenze su 180 mila voti. Un elettore su cinque ha espresso la preferenza per l’ex deputata del Pd. Gli altri tre suoi competitori, Pietro Mariani (Spagna, poco più di 8 mila preferenze), Laura Franciosi (Belgio, 8 mila preferenze) e lo svizzero Egidio Stigliano (7.500 preferenze) si sono posizionati lontanissimo.

Alla vigilia del voto, sulla carta, seguendo il dibattito politico italiano e i sondaggi, i due seggi senatoriali erano contesi da Pd, 5Stelle e Centro-destra. Alla Camera per i 5 seggi concorrevano Pd, 5Stelle, Centro-destra, + Europa, Civica Popola Lorenzin e Liberi e Uguali. Quindi la lotta era serratissima. Non c’erano certezze.

Al Senato si sono imposti due candidati residenti uno in Germania (la piddina Laura Garavini) e l’altro nel Regno Unito (Raffaele Fantetti di Forza Italia). L’onda dei 5Stelle non ha travolto gli italiani in Europa.

Alla Camera dei deputati il Partito democratico ha messo in campo ben 5 candidati su dieci. Come mai questa scelta? Il Pd Mondo, avendo la necessità di fare il pieno dei voti, non poteva permettersi ulteriori strappi dopo l’auto-sospensione di molti dirigenti del Partito democratico in Europa capeggiati in Svizzera dal segretario federale Michele Schiavone e dai Consiglieri del Cgie Paolo Da Costa e Maria Bernasconi.

Decisa la ricandidatura dei deputati uscenti, Gianni Farina e Alessio Tacconi, occorreva anche coinvolgere direttamente il movimento delle Acli di tutta Europa e delle associazioni regionali, senza trascurare l’eventuale apporto che avrebbero potuto dare i socialisti: Franco Narducci per le Acli, Toni Ricciardi per i campani e Leonardo Scimmi per i socialisti.

Una sola candidata per la Germania (Angela Schirò), due candidature per il Regno Unito (Massimo Ungaro e Mina Zingariello), un candidato della Francia (Paolo Modugno) e un candidato del Belgio (Lanfranco Fanti). Una situazione che ha favorito di fatto i candidati dei paesi che avevano uno o due candidati.

La somma delle preferenze raccolte dai candidati svizzeri è di oltre 30 mila. I due eletti del Pd (Massimo Ungaro e Angela Schirò) hanno totalizzato appena 26 mila preferenze. E c’è un altro dato importante. Massimo Ungaro e Angela Schirò hanno raccolto in Svizzera entrambi oltre 3 mila preferenze. Nessun candidato svizzero ha avuto nel Regno Unito e in Germania 3 mila preferenze.

L’elettorato del Pd in Svizzera era la “mucca da mungere”. Per molti osservatori c’è la convinzione che dietro questo disegno ci sia stata una regia: dividere i candidati svizzeri per far prevalere i candidati di altri Paesi.

In Germania, Regno Unito e Francia il Partito democratico ha raccolto una buona fetta del bottino elettorale che Mario Monti aveva capitalizzato in Europa in un anno di guida del governo nel 2012-2013. In Svizzera e in Belgio l’effetto Monti fu minore. Nel 2013 il Pd in Svizzera raccolse oltre 50 mila voti. Quest’anno poco più di 55 mila. Appena il 10 per cento in più. In Germania il Pd prese 33 mila voti, quest’anno oltre 40 mila, circa il 20% di voti in più. Nel Regno Unito 12.500, quest’anno oltre 23 mila voti, quasi il doppio.

Ora in Svizzera è rimasto solo Simone Billi, un leghista. Una vera beffa per la comunità italiana che ha dato il maggior consenso al Pd e che storicamente è considerata la cassaforte elettorale della sinistra italiana.

Attilio Tassoni

Ti potrebbe interessare anche...

Cose dell’altro mondo: la Lega Nord (o quel che ne resta)

Redazione

Dott. Enrico Tessitore, “l’italiano dell’altra Italia”

Redazione La Pagina

Canone RAI, over 75 ed esenzione

Redazione La Pagina

1 commento

Franco 26 March 2018 at 11:59

chi è causa del suo male…
i comunisti… dalla dittatura del proletariato e potere al popolo a servi del capitale,
all’estero li hanno votati perchè la gente non sa la storia e legge poco…
poi, per chi ha fatto il salto della quaglia…
penso che se lo sia meritato…

Rispondi

Lascia un commento

I cookies ci permettono di garantire la funzionalità del sito, di tenere conto delle vostre preferenze e consentirvi una migliore esperienza di consultazione dei nostri contenuti. Continuando a navigare sul nostro sito l’utente accetta l’utilizzo dei cookies. Accetto Leggi di più