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21 November 2024
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Interviste

Se volevano risparmiare davvero il Senato lo avrebbero abolito!

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Intervista a Marco Travaglio sulla riforma costituzionale e sullo spettacolo del prossimo 4 novembre alla Casa d’Italia di Zurigo

Quali sono secondo te i punti centrali proposti nella riforma, quelli a cui gli elettori devono prestare particolare attenzione?
Innanzitutto due, il primo è che vengono abolite le elezioni per il Senato e i cittadini non potranno più scegliersi i Senatori, per cui una delle due camere che continueranno a fare le leggi nel parlamento italiano sarà formata interamente da personaggi che non sono stati eletti e questo è molto grave perché la Costituzione italiana stabilisce che la sovranità appartiene al popolo e che quindi chi fa le leggi dev’essere eletto dal popolo.
La seconda cosa è che i nuovi Senatori non saranno a tempo pieno, ma saranno part-time perché apparterranno tutti alla categoria o dei Sindaci o dei Consiglieri regionali e quindi non potranno fare i Senatori full-time, dovranno dividersi fra i due lavori, uno nelle loro città e l’altro nella città di Roma, non si sa come faranno a fare entrambe le cose bene. Per farne bene una dovranno farne male un’altra o per farle “benino” tutte due faranno male tutte due perché chi fa il Sindaco deve fare il Sindaco 24 ore su 24 e sette giorni su sette, non può passare metà della sua settimana a Roma a fare il Senatore.
E poi c’è una terza questione che è abbastanza scandalosa, è che chi viene eletto per fare il Sindaco o il Consigliere regionale e poi viene nominato Senatore può chiedere l’immunità parlamentare, non può essere né arrestato, né perquisito, né intercettato per i suoi reati ed è un privilegio che la Costituzione assegna ai parlamentari eletti per fare i parlamentari, non certo per fare i Sindaci o i Consiglieri regionali.

Sempre rispetto al Senato si sottolineano i forti risparmi resi possibili dalla riforma. Sono reali?
Purtroppo sono tutti inventati, i dati ufficiali della ragioneria dello Stato dicono che il risparmio del nuovo Senato sarà tra i 40 e i 50 milioni di euro all’anno, pari a un caffè per ogni cittadino italiano nell’arco di un anno.
L’idea di risparmiare 50 milioni e per questo di riscrivere 47 articoli della Costituzione su 139, cioè un terzo, è semplicemente ridicola. Se avessero voluto risparmiare per davvero cifre importanti, il Senato lo avrebbero abolito. Il Senato costa 540 milioni all’anno, 2 miliardi e 800 milioni a legislatura, quello sarebbe un buon risparmio e invece il Senato non viene abolito.
In Italia ci vuole spesso molto tempo per realizzare una legge. Cambierebbe qualcosa con la riforma?
Il Senato, secondo questa riforma, deve continuare obbligatoriamente a occuparsi di 22 categorie di leggi, tra cui le leggi più importanti, quelle costituzionali e di tutte le leggi che promanano da normative europee, anzi il Senato diventa addirittura il referente per conto dello Stato italiano dell’Unione europea, il tutto affidato a Sindaci e Consiglieri regionali che ogni tanto vanno a Roma a fare i Senatori. Per quanto riguarda tutte le altre leggi, è sufficiente che un terzo del Senato lo chieda e il Senato se le può rivotare e cambiare e poi rispedire alla Camera perché vengano votate una terza volta. Il che significa che se il Senato vuole mettersi di traverso può rivotarsi e cambiarsi tutte le leggi che fa la Camera e quindi tutta la propaganda sul fatto che le leggi non passeranno più dal Senato ma soltanto dalla Camera è un’altra bugia.

Questa maggiore velocità non corrisponde insomma…
Non è vera anche perché le leggi anche con un sistema bicamerale come quello che abbiamo in Italia, vengono approvate in tempi velocissimi, la media di approvazione di una legge tra le due Camere è 53 giorni. Dopodiché l’Italia non ha bisogno di leggi più veloci o di più leggi, ha bisogno di leggi più meditate e di meno leggi.
Siamo l’unico paese in Europa che ha perso il conto delle sue leggi, nessuno sa quante siano. Andrebbero disboscate, razionalizzate, accorpate per argomenti, meditate. Di solito le leggi peggiori sono proprio le più veloci, perché ci si pensa di meno.

La riforma aumenta la stabilità politica?
Assolutamente no perché la riforma costituzionale non tocca la legge elettorale, anzi, abolisce le elezioni per il Senato e per quanto riguarda il Senato la stabilità sarà molto meno garantita di oggi. Perché oggi il Senato ha la stessa maggioranza per tutta la legislatura, a meno che qualcuno non volti gabbana, non cambi idea e partito. In futuro, dato che il Senato sarà composto da Sindaci e Consiglieri regionali, questi non vengono eletti tutti lo stesso giorno e lo stesso anno.
Ogni anno si rinnovano una serie di Sindaci e di Consiglieri regionali, quindi in Senato entreranno ed usciranno continuamente alcuni membri scaduti e verranno sostituiti dai membri nuovi, i quali saranno di partiti diversi rispetto a chi li ha preceduti. Quindi ogni seduta del Senato potrebbe avere una maggioranza diversa dalla seduta precedente e da quella successiva. Le maggioranze saranno assolutamente imprevedibili, quindi la stabilità ovviamente non sarà affatto garantita.
Se poniamo il caso che l’anno prossimo, quando si voterà, succeda quello che dicono i sondaggi, cioè che al Governo vada il Movimento 5 Stelle e che abbia la maggioranza quindi alla Camera e il Senato sarà composto da Consiglieri regionali e Sindaci quasi tutti del Pd, avremmo una maggioranza del Pd al Senato e una maggioranza dei Cinque Stelle alla Camera. Se il Senato del Pd decide di mettersi di traverso e di rallentare, di bloccare tutte le leggi che la maggioranza Cinque Stelle ha fatto alla Camera, lo potrà fare. Quindi avremmo una paralisi, altro che stabilità.

I fautori del Sì affermano che senza la riforma si bloccherebbe il Paese. Tu cosa ne dici?
Io penso che sia una sciocchezza, il paese non è che si blocca a causa del funzionamento del Senato o del fatto che eleggiamo i Senatori, il paese se mai si blocca per altre ragioni che prescindono da questo. Poi, quest’idea che in questi 70 anni non si è fatto niente perché era tutto bloccato e adesso si farà tutto è assolutamente assurdo. In realtà, l’Italia con questa Costituzione è diventata la quinta potenza mondiale negli anni ’70/’80, l’Italia ha avuto boom economici negli anni ’60, l’Italia, insomma, si è trasformata da un paese arretrato qual era appena uscito dalla guerra, in un paese avanzato. Quindi la Costituzione non solo non ha danneggiato l’Italia, l’ha favorita.
Devo dire che se si vuole cambiare la Costituzione, bisogna essere sicuri al cento per cento che quella nuova sarà migliore. Altrimenti, nel dubbio del salto del buio è meglio tenerci quella che abbiamo, aspettando eventualmente una classe dirigente migliore che abbia in mente una riforma migliorativa.
Qualche punto migliorativo nella Costituzione del ’48 c’è, ma l’idea che se ne debba buttare via un terzo mi sembra assurdo. Gli americani hanno la Costituzione del 1789, è un po’ più vecchia della nostra, se la tengono ben stretta e quando vogliono fanno un emendamento, cambiano un articolo, non è che ne prendono 43 e li buttano nel cestino.
Cambierebbe qualcosa per gli italiani all’estero?
No, assolutamente zero, anzi cambierebbe perché non potrebbero nemmeno più andare a votare per i Senatori, esattamente come gli italiani che vivono in Italia.

Quali sono per te le ragioni principali per votare NO?
Legge scritta male, una legge confusa, una legge che provocherà conflitti e complicherà le cose anziché semplificarle, una legge che toglie il diritto principale ai cittadini, cioè quello di scegliersi i Senatori, una legge che dà l’immunità a gente che non ha il diritto ad averla, cioè a Sindaci e Consiglieri regionali.
È una legge che farà fare il doppio lavoro a Sindaci e Consiglieri regionali, quindi non avremo più gente che fa le leggi full-time, ma dovrà dividersi fra funzioni amministrative in una città e funzioni legislative in un’altra ed è una legge che tra l’altro toglie spazi di democrazia anche per quanto riguarda le leggi di iniziativa popolare, voi siete in Svizzera e avete un grande culto della democrazia diretta, le leggi di iniziativa popolare oggi in Italia per essere presentate richiedono una raccolta di 50mila firme, con questa riforma le firme necessarie salgono a 150mila, cioè triplicano, quindi sarà ancora più difficile di oggi chiedere una legge di iniziativa popolare.

Giri, anche con il tuo spettacolo, molto il nostro Paese. Quali sono le reazioni più frequenti dei cittadini rispetto al voto del 4 dicembre? Viene visto come una priorità di cui il Governo in questo momento deve occuparsi?
Quelli che incontro io nello spettacolo sono persone che o vengono per informarsi e poi si fanno un’idea sentendoci raccontare la riforma, non sono solo sul palco c’è anche una bravissima attrice che interpreta la ministra Boschi e dice quello che dice la ministra Boschi per difendere le ragioni del Sì, così io rappresento quelle del No e facciamo il dibattito. Così la gente si informa, si diverte, perché comunque è uno spettacolo che fa anche abbastanza ridere e si fa un’idea su che cosa è la riforma, sulla forza degli argomenti del Sì e del No e alla fine vanno a casa con informazioni minime che deve avere chi si reca alle urne, cosa che purtroppo in televisione raramente viene offerto. Sono sempre molto contenti, ringraziano perché sanno di più.

Antonia Pichi

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