Hanno manifestato a Roma medici, ricercatori, scienziati e pazienti di gravi malattie contro le restrizioni sulla sperimentazione animale
Il governo deve rispondere entro il 13 dicembre alle direttive dell’Ue sulla sperimentazione animale ai fini della ricerca scientifica. Durante la discussione parlamentare è passato un emendamento che impedisce la sperimentazione sugli animali. Certo, a nessuno va che gli animali da laboratorio siano usati come cavie – e in linea teorica gli animalisti hanno le loro ragioni – però impedire la sperimentazione significa uccidere la ricerca e impedire che possano essere salvati esseri umani, per i quali la ricerca sta lavorando per trovare una soluzione terapeutica che, come si sa, prima va sperimentata sugli animali. Non si tratta di malattie comuni, ma di malattie gravi, come l’Alzheimer, la distrofia muscolare, il cancro.
Le direttive dell’Ue concedono alla ricerca la libertà di fare ciò che è giusto, in Italia, se passasse l’emendamento già approvato (il governo ha la facoltà di ritirarlo) la ricerca si troverebbe a non poter operare e, secondo molti illustri ricercatori, a chiudere i battenti. Per protestare contro l’emendamento Brambilla e per sollecitare il governo a non tenerne conto, giovedì scorso a Roma c’è stata una manifestazione organizzata da “Pro-test”, che raggruppa scienziati, ricercatori, medici e pazienti in rappresentanza di una ventina di Istituti di ricerca tra cui il San Raffaele, l’Istituto Mario Negri, la Fondazione Telethon, l’Istituto Ifom, l’Associazione Luca Coscioni.
Daria Giovannoni, presidente di Pro-test, ha dichiarato: “Con norme più restrittive sulla sperimentazione animale la ricerca italiana si fermerà o non partirà proprio. Occorre rivedere gli emendamenti emersi durante il dibattito alla Camera, perché rischiano di mettere a repentaglio un diritto garantito dalla Costituzione. Ci sarebbe un danno per tutto il sistema medico-scientifico e anche per gli animali. Saremmo costretti a fare più iniezioni per anestetizzarli anche per un solo prelievo di sangue, ad esempio, e dovremmo importare le cavie (cani, gatti e primati) dall’estero con costi maggiorati”. Tutti i partecipanti alla manifestazione hanno indossato al polso l’etichetta adesiva che si usa negli aeroporti per spedire un bagaglio, per indicare che i ricercatori italiani sarebbero costretti ad emigrare.
Ecco l’opinione del prof. Marco Foiani, direttore di Ifom (Istituto Firc Oncologia Molecolare), del biologo Giuliani Grignaschi, direttore dell’”Animal Care Unit” presso l’Istituto Mario Negri di Milano e di Ivan Tavella, 34 anni, su una sedia a rotelle per distrofia muscolare.
Marco Foiani: “Se il governo non cambierà rotta è a rischio ogni sviluppo sul fronte della ricerca e delle cure. Una delle restrizioni previste dall’articolo 13 è lo xenotrapianto, ovvero il trapianto di tumori umani sui topi per verificare i trattamenti necessari. Ne va di mezzo la salvezza di migliaia di persone: l’oncologia ha bisogno di progressi sul fronte delle terapie ed è impossibile ipotizzarle se si limiteranno le sperimentazioni sulle cavie animali”.
Giuliano Grignaschi: “Le cavie animali vengono trattate nel migliore dei modi e comunque vengono utilizzate solo quando non esistono altre alternative per la riuscita dei test. A riprova che non esiste nessun accanimento contro gli animali: quando è possibile evitare il loro coinvolgimento si procede diversamente”.
Ivan Tavella, da vent’anni inchiodato su una sedia a rotelle: “Se non ci fosse stata la ricerca, io a quest’ora sarei già morto. Vorrei che i cosiddetti animalisti mi ascoltassero. Ogni farmaco che mi tiene in vita è frutto di risultati ottenuti con la sperimentazione animale. Per progredire occorre testare organismi complessi; solo operando sui topi, per esempio, si è scoperta la causa della mia patologia, ovvero la mancanza di una proteina distrofina. Quanto agli animali, gli esami di laboratorio aiutano anche loro, perché hanno delle malattie come le nostre. I cani golden retriever, ad esempio, possono essere vittime della distrofia muscolare. La ricerca è essenziale per dare speranza a chi soffre”.