Il ministro per la Brexit, David Davis, si è dimesso in polemica con la premier Theresa May e la sua linea conciliante con la Ue sui termini di uscita dall’Unione europea. “L’attuale tendenza politica e la tattica” stanno rendendo “sempre meno probabile” che il Regno Unito lasci l’unione doganale e il mercato unico, ha scritto Davis nella sua lettera di dimissioni alla premier.
La May ha replicato: “Non sono d’accordo con la tua caratterizzazione della linea politica sulla quale abbiamo trovato un accordo venerdì nella riunione di governo”. Il riferimento è all’incontro che la premier ha avuto la settimana scorsa con i principali ministri, per ricomporre la frattura che si era creata all’interno dell’esecutivo conservatore tra euroscettici e ministri pro Ue.
May ha nominato il sostituto di Davis quale ministro per la Brexit. Si tratta di Domic Raab, sottosegretario all’edilizia ed esponente dell’ala euroscettica dei conservatori, i cosiddetti ‘brexiteer’. Raab è anche membro della commissione per l’Uscita dall’Unione europea della Camera dei Comuni ed è stato in passato sottosegretario alla Giustizia. La sua nomina è già stata approvata dalla regina Elisabetta, rende noto un comunicato di Downing Street.
La Brexit è legge
L’Eu withdrawal bill è ufficialmente legge. Lo ha annunciato la scorsa settimana lo speaker della Camera dei Comuni, John Bercow, riferendo che la regina Elisabetta ha dato alla legge sull’uscita dalla Ue il suo consenso affinché divenga a tutti gli effetti un Act of Parliament.
La legge, uno dei capisaldi del percorso di uscita dalla Ue deciso dal governo, permette la conversione della legislazione Ue in legislazione britannica, al fine di consentire una Brexit senza vuoti legislativi.
L’approvazione ha richiesto una dura battaglia parlamentare, con il governo sconfitto più volte su una serie di emendamenti presentati sia ai Lord che ai Comuni da un fronte parlamentare trasversale pro Ue.
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