Già ora le operazioni di pagamento avvengono tramite computer e carte di credito, in un futuro prossimo avverranno tramite il telefonino
Fra non molto il denaro contante potrebbe sparire, potrebbe diventar solo un numero ed un nome, ad esempio 50 franchi o 50 euro. In realtà, già adesso sono in molti a non maneggiare banconote. Ad esempio, i pagamenti possono essere effettuati on line, oppure con la credit card. Uno va in un autosalone, acquista un’auto e paga con la carta di credito. In questo modo, tutto avviene elettronicamente attraverso un ordine e un’operazione bancaria che può benissimo essere dello stesso tenore, senza passaggio materiale di carta-moneta, come invece è avvenuto finora, quando uno entra in un negozio, compra e paga con un biglietto, riceve il resto se ne ha diritto e via. Poi, quando ha bisogno di altro denaro, va in banca e chiede banconote per l’importo desiderato.
Dicevamo che fra non molti anni, il passaggio materiale di denaro potrebbe ridursi al punto da essere considerato un’abitudine obsoleta, tipica di coloro che ora, a cinquant’anni, ad esempio, non riescono a capirci nulla di tasti e immagini elettroniche. E’ il governo di Stoccolma che sta valutando la proposta di Björn Ulvaeus, 67 anni, una delle voci maschili della storica band scandinava, il quale, dopo che al figlio avevano rubato per strada denaro contante, si è arrabbiato al punto da dichiarare guerra alle banconote e alle monete sonanti. Se il governo dovesse decidere di dar corso alla proposta, non sarebbe una novità in materia di denaro, dato che fu proprio la Svezia ad inventare la banconota di carta. Come avverrebbe la sparizione di monete e banconote, visto che comunque resterebbero in piedi come unità di pagamento e di scambio, essendo difficile la loro sparizione totale, anche nominale, altrimenti si ritornerebbe al baratto? Semplice: attraverso il telefonino, che è lo strumento più utilizzato e anche più comodo al mondo. Già l’applicazione Square’s Pay offre la possibilità di pagare in alcuni negozi americani. Si tratta di un affare tra smartphone senza che tra chi compra e chi vende avvenga il minimo contatto fisico, ma solo attraverso gl’impulsi elettronici. Fra non molto, questione di poche settimane, Square’s Pay , compatibile con iPhone e alcuni modelli con Android , funzionerà in circa 7 mila caffè Starbucks. Con Google Wallet (solo con Android) il telefonino deve essere dotato di un chip speciale: si passa il cellulare su un lettore simile a quello che si usa per le carte di credito. Insomma, il telefonino una volta si usava per telefonare senza tornare a casa, sostituiva comodamente fuori ciò che il telefono fisso era dentro casa. Oggi no, il telefonino cumula numerosissime funzioni che lasciamo al lettore immaginare e si usa “anche” per telefonare.
Se uno lo perde o se viene rubato succede come ora per la carta di credito: basta bloccarla. Già entro la fine del 2012 le operazioni con il telefonino saranno circa 172 miliardi; entro il 2016 potrebbero essere circa 600 miliardi. Ci vorrà un po’ di tempo, prima che tutti o la stragrande maggioranza dei negozi siano attrezzati, ma è inevitabile. Dagli anni cinquanta del secolo scorso, tanto per fissare una data, siamo passati dall’èra atomica all’èra spaziale e poi a quella tecnologica con varie diramazioni e sviluppi, al punto che ormai manca solo l’uomo robot in carne ed ossa elettroniche, come avviene già nei film.
Ma è davvero inevitabile questa prospettiva? Probabilmente per una fase più o meno lunga si viaggerà lungo due binari, quello tecnologico e quello, come dire, materiale, perché secoli di monete e di banconote non sono facili da cancellare nelle abitudini. Provateci, come hanno già fatto altri: è difficile staccarsi dal tocco materiale non tanto del portafogli quanto dei soldi. La nostra è una conoscenza che si basa ancora su punti di riferimenti visivi e tattili, oltre che logici ed astratti. Non solo: esiste anche un problema di globalizzazione del progresso e delle conoscenze tecnologiche, nel senso che in quelle regioni dove non c’è acqua o sviluppo, difficilmente potrà avvenire la sostituzione di un qualcosa con qualcos’altro.
In ogni caso, sarà una realtà totalmente diversa, non necessariamente migliore, dato che cambieranno, appunto, i riferimenti materiali-mentali. Se uno vuole fare un investimento, nella mente esiste ancora un rapporto materia (denaro)-oggetto (il prodotto)-risultato (perdita o guadagno). Quando questo rapporto scomparirà, almeno visivamente, anche gl’investimenti e tutto il processo economico potrebbero risentirne.
Anche nell’èra tecnologica, l’uomo resterà sempre uomo, dunque sarà difficile staccarsi dalla materialità del denaro, se non altro perché qualcuno, poi, potrebbe stancarsi dell’”inconsistenza materiale” creata dalla tecnologia ed essere tentato, magari con successo, di reintrodurlo.